Oggi la nostra rubrica prevede il qualificato e graditissimo contributo del Dottor Massimo de Meo, il Presidente di CONFASSOCIAZIONI Terzo Settore, il quale ha partecipato al Convegno “Next Generation Lazio – Le opportunità del PNRR per i giovani su formazione e lavoro” tenutosi a Pomezia lo scorso 7 ottobre e che ha aperto una nuova stagione di confronti e proposte. Siamo all’indomani della ripresa del dibattito al Senato circa la riforma del sistema degli ITS che, tra l’altro, inizieranno i loro corsi nelle prossime settimane.
1) Dottor de Meo, qual è la Sua opinione sul ruolo del mondo delle professioni e dell’associazionismo sulla formazione terziaria e sulle attività di orientamento per avvicinare offerta formativa e domanda di competenze e professionalità tecniche intermedie, a partire dal sistema delle Fondazioni ITS?
In primo luogo desidero ringraziare la Direttrice editoriale Angela Bernardo e la redazione di IQ per l’opportunità di far conoscere con una rubrica ad hoc, al di là degli addetti ai lavori, un tema importante e complesso come quello della formazione terziaria non universitaria, spesso invece considerata di scarsa importanza o di serie B, come si diceva una volta!
Ebbene il mondo dell’Associazionismo professionale, soprattutto quello delle professioni senza albi o ordinamenti (al quale si rivolge la Confederazione CONFASSOCIAZIONI dalla sua nascita dal 2013 e quindi anche CONFASSOCIAZIONI Terzo Settore che ne fa parte), vede invece come fondamentale un sistema nel quale si rafforzi la formazione specialistica di figure di tecnici superiori di qualità per rispondere in modo più adeguato alle esigenze delle aziende e del territorio.
Il sistema delle Fondazioni degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) che si articola in sei aree/ indirizzi tecnologici, tra i quali quello delle Nuove Tecnologie della Vita, è nato dal 2010 proprio per far fronte a questa domanda di personale qualificato.
Per tali finalità quindi è fondamentale il ruolo di campagne di orientamento permanente verso gli studenti a partire dalle scuole di ogni ordine e grado e verso le famiglie, e verso le loro associazioni, per far comprendere in modo razionale e sistematico diversità e specificità di questo tipo di formazione che in alcuni settori (come quello farmaceutico) può essere considerata propedeutica di ulteriori studi universitari, oltre che richiesta dalle stesse aziende del settore.
Mi fa piacere ricordare che in un recente Convegno copromosso con la Rete nazionale delle Fondazioni degli ITS delle Nuove Tecnologie della Vita, (N.d.R dello scorso 22 luglio), lo stesso Ministro delle Regioni, on. Maria Stella Gelmini, intervenendo nella discussione sottolineava l’importanza di lanciare al più presto, una grande campagna nazionale di orientamento ed informazione, (N.d.R. in concomitanza con l’approvazione definitiva della riforma del sistema degli ITS, che si chiameranno Accademie) per superare pregiudizi e luoghi comuni e far conoscere alle famiglie ed all’opinione pubblica le opportunità lavorative che apre questo tipo di formazione, sicuramente più pragmatica ed innovativa e attenta alle metodologie aziendali e più rapida nel rispondere alle trasformazioni tecnologiche e sociali del mondo del lavoro.
2) Come vede la legge di riforma del sistema ITS attualmente all’esame del Senato e quali prospettive può aprire rispetto agli ambiziosi obiettivi del PNRR che prevede in questo settore in primo luogo una crescita del numero degli studenti e dei diplomati dagli attuali 15/20 mila a centomila studenti, in sintonia con i numeri degli altri principali Paesi europei, come la Repubblica Federale Tedesca e la Francia, che hanno investito da anni in questo settore della formazione terziaria, rispondendo alle esigenze dei loro distretti industriali e delle filiere nazionali sui principali indirizzi tecnologici .
Come giustamente avete evidenziato è un settore che merita una messa a punto anche legislativa, a circa 10 anni dall’ istituzione delle prime Fondazioni ITS in Italia, per riordinare, razionalizzare e semplificare un sistema che vede una “governance ” complessa condivisa tra Ministero dell’Istruzione pubblica e le Regioni, anche attraverso la Conferenza Stato Regioni.
Il disegno di legge di riforma approvata lo scorso luglio dalla Camera, (all’unanimità, cosa raramente successa per le riforme in materia di istruzione e formazione), è attualmente all’esame del Senato per la sua approvazione definitiva e si muove sostanzialmente nella direzione giusta. La prima novità, già anticipata, non si limita ad un semplice cambio di denominazione, ma prevedendo un nome come quello di Accademia (oggi molto più diffuso anche in altri ambienti non strettamente scolastici), sintetizza l’eccellenza di questa formazione e differenzia meglio le Fondazioni ITS rispetto agli attuali Istituti secondari di indirizzo Tecnico professionale, anche per i quali tra l’altro è previsto dal Piano PNRR un intervento legislativo di riforma.
Le riforma dedica giustamente attenzione oltre che alla qualità della formazione, all’esigenza di investire in modo sistematico sull’orientamento e sullo stretto raccordo con le imprese per continuare a garantire nei settori dove operano le Fondazioni ITS gli attuali altissimi livelli di occupabilità, in media dell’80% anche in periodo pandemico e che non a caso, per esempio proprio nel settore farmaceutico, nel Lazio ha raggiunto il 100%.
Ecco perché è importante che nella riforma e nella attuazione sia previsto un grande coinvolgimento delle filiere delle Fondazioni ITS (a livello nazionale e regionale), sia nelle strategie di orientamento, sia nelle scelte di programmazione dei nuovi corsi.
Infatti per raggiungere un obiettivo così importante come arrivare a raddoppiare sia gli iscritti sia i diplomati, bisogna programmare con attenzione nuovi corsi di qualità mantenendo alti gli sbocchi occupazionali e coerenti con le materie insegnate e valorizzando le Fondazioni esistenti. Solo nelle regioni dove manchino determinati indirizzi si può ipotizzare di puntare a nuove fondazioni, comunque supportate dalle Fondazioni di area già presenti anche in altre regioni, facendo tesoro dell’esperienza accumulate in questi anni di avvio nella gestione manageriale, ma soprattutto nella coprogettazione dei corsi con le aziende del settore senza disperdere il patrimonio di credibilità creato con fatica, passione ed impegno, nell’interesse dei giovani.
Un punto che andrebbe approfondito dalla Riforma, e che potrebbe essere garantito con le risorse destinate dal PNRR a questo comparto, è quello del reale diritto allo studio (alloggi, mense e borse di studio) per gli studenti meritevoli e per chi ha difficoltà economiche familiari e per i soggetti più fragili, per facilitare la loro piena e serena partecipazione ai corsi, senza doversi cercare con fatica altre attività lavorative precarie per garantire il sostentamento proprio e della famiglia di origine.
3) La conferenza stampa dei ministri dell’Istruzione Pubblica e dell’Università e ricerca, e la prima cabina di regia di questo settore sul PNRR, nella scorsa settimana, hanno ribadito obiettivi e risorse (circa 17 miliardi) per l’educazione, scuola ed università, facendo il punto sull’avvio dell’attuazione del PNRR. Ritiene che un progetto di un Campus delle Fondazioni ITS NTV (del quale si è iniziato a parlare dal luglio scorso in un convegno della Rete nazionale delle Fondazioni ITS – NTV con Farmindustria e ribadito dallo stesso Presidente Scaccabarozzi (in una recente intervista alla nostra testata) rappresenti un “campione nazionale” che vada nella giusta direzione? Immagina che si possa realizzare a Roma, per esprimere sia una maggiore vicinanza ad alcune Regioni del Mezzogiorno come la Campania, la Puglia e l’Abruzzo, che ancora non hanno Fondazioni ITS in questo settore, sia per rappresentare anche un polo di interesse internazionale valorizzando l’attrattività di Roma Capitale anche dal punto di vista turistico e culturale magari in vista della candidatura per l’EXPO del 2030?
Stiamo vivendo un momento senz’altro molto delicato e stimolante perché, come ha ricordato più volte il Presidente del Consiglio Draghi, si sta disegnando “l’Italia di domani, di quelli che oggi sono giovani” e giovanissimi e mi sembra che ci siano tutte le condizioni perché sia rispettato l’impegno di fare sei riforme per la scuola, da portare a termine con il PNRR entro il 2022, purché ciascuno faccia la sua parte nel settore pubblico, come in quello privato.
Certo le risorse direttamente stanziate sono importanti, basti pensare che nei 17 miliardi di investimenti previsti per l’intero comparto c’è un miliardo e mezzo per lo sviluppo del sistema delle Fondazioni ITS, oltre a 500 milioni per l’orientamento dalla scuola all’università.
Il premier ha giustamente sottolineato che “Il rispetto degli impegni è determinante per l’assegnazione dei fondi europei. ed ogni Cabina di regia consente di fare il punto sull’attuazione dei singoli progetti di investimento e di individuare gli ostacoli che possono presentarsi in modo da poter intervenire subito”.
Ecco perché va supportato in tutti i modi possibili il progetto di un Campus di Studi, con vocazione internazionale rappresentativo anche di una filiera nazionale delle Fondazioni ITS delle Nuove Tecnologie della Vita, che come quella di Roma e Pomezia, ha già sperimentato collaborazioni di questo tipo , ad esempio con il Campus ”Seneca College” di Toronto nel Canada, e che può facilitare la giusta sintesi tra formazione ed innovazione, in sintonia con un Distretto farmaceutico di eccellenza come quello del Lazio.
Quindi investimenti verso strutture di tipo residenziale (preferibilmente già esistenti e che non necessitino di lunghe modifiche di cambio di destinazione d’uso) per nuove sedi dovranno essere coniugati con il potenziamento e l’ammodernamento delle macchine/attrezzature dove formare gli studenti, con tecnologie di nuova generazione che valorizzino la realtà virtuale ed aumentata, già in uso nel mondo industriale anche per la formazione interna, per modalità didattiche più avanzate e coinvolgenti.
Una priorità di questo tipo negli investimenti per sedi moderne e all’avanguardia consentirebbe anche di rendere più appetibili i corsi sulle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics – Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) che come sappiamo non godono in Italia di molto seguito e che anche il PNRR intende rilanciare per colmare il ritardo rispetto agli altri Paesi europei
Scelte progettuali di questo tipo favorirebbero inoltre la possibilità di far crescere anche tra i diplomati delle Fondazioni ITS e con altri giovani laureati e ricercatori campagne di start up societarie su progetti innovativi al servizio di nuove esigenze di altre imprese e del territorio.
Infine non va sottovalutata l’importanza di poter utilizzare strutture come il nuovo Campus, nei periodi non destinati ai corsi, per ospitare magari con Summer School iniziative culturali e innovative anche sul piano sociale e, perché no, in sintonia con il legittimo ed ambizioso progetto di realizzare l’EXPO 2030 finalmente a Roma!
Tutto ciò è veramente necessario grazie al dr De Meo