IQ. 22/03/2013 – La riforma sanitaria voluta da Barack Obama si avvicina ai tre anni e, solo ora, sembra convincere anche gli avversari. La riforma sanitaria passata alla storia come Obamacare subì 30 stop al Congresso prima di vedere la luce. In questi giorni il presidente fa il tagliando a una legge che mira a far sì che tutti siano coperti da assicurazione medica, ampliando la protezione a quei 50 milioni di persone che si trovavano scoperte all’esordio della sua presidenza.
L’idea che un cittadino che paga le tasse non sia tutelato dal governo è impossibile da capire per gli europei, abituati ad avere assistenza ovunque, con annessi e connessi, ma la riforma sanitaria americana aveva sempre sbattuto contro l’esclusione della salute dai diritti universali. Questo finché anche la Corte Suprema, con la sentenza di conferma del Care Act, ha cambiato le carte in tavola. Lo scopo di Obama ora diventa quello di abbassare i costi, ancora alti, della copertura, risolvere problemi come il trasferimento dell’assicurazione se si cambia datore di lavoro; le differenze fra Stato e Stato; le difficoltà dei senior citizens (i più anziani) che ancora pagano le medicine di tasca propria; la scarsa popolarità dell’Obamacare fra i medici. Rick Scott, in Florida, è stato il settimo fra i governatori repubblicani a recepire la legge. Ex-Tea Party, ex-amministatore ospedaliero, Scott era un osso duro, ma ha detto: “Le mie opinioni non contano. Il popolo Usa ha decretato, con le recenti elezioni, che questa legge è giusta”. La strada intrapresa da Obama sembra davvero essere quella giusta. Anche perché è davvero impensabile che l’America, posto di libertà e diritti, resti così indietro su un tema importante come quello della sanità. Obama ha affrontato una piaga sociale, che vede l’America molto più indietro degli altri paesi ricchi per la qualità delle cure mediche offerte all’insieme della popolazione. I primi effetti di questa riforma hanno colpito gli abusi delle assicurazioni. E’ stato vietato, infatti, alle compagnie assicurative rescindere una polizza quando il paziente si ammala e illegale rifiutarsi di assicurare un bambino invocando le sue malattie pre-esistenti. Sono diventati fuorilegge i tetti massimi di spesa, usati dalle assicurazioni per rifiutare i rimborsi oltre un certo ammontare (un uso particolarmente dannoso per i pazienti con patologie gravi che richiedono terapie costose, come il cancro). I genitori hanno ora il diritto di mantenere nella copertura della propria assicurazione sanitaria i figli fino al compimento del 26esimo anno di età. Entro il 2014, scatteranno gli altri aspetti della riforma, quelli che porteranno 32 milioni di americani ad avere finalmente diritto a un’assistenza. Di questi, la metà circa entreranno sotto la copertura della mutua di Stato per i meno abbienti, il Medicaid. Manca, nella riforma l’aspetto più innovativo: la cosiddetta opzione pubblica. Ma se il percorso è stato intrapreso nulla impedisce di sperare che migliori ancor di più.