Il benessere psicologico è legato anche al benessere di lavoro. Questa è l’affermazione che emerge dalla ricerca BVA Doxa per Mindwork in occasione della Giornata Internazionale della Salute Mentale del 10 Ottobre. Lo studio incentrato sul benessere dei lavoratori fornisce dati interessanti. Quasi il 50% degli intervistati dichiara di soffrire di problemi d’ ansia e insonnia per problemi legati al lavoro. Il 92% ritiene importante che la propria azienda si occupi del benessere psicologico. Il 42% si dice insoddisfatto dalla politica adottata dalla propria realtà lavorativa a favore della gestione dello stress e del benessere lavorativo. Questo dato in particolare è cresciuto di ben 15 punti percentuale rispetto al 2020. Il 60% degli intervistati desidera che i provvedimenti presi dalla propria azienda per gestire il benessere lavorativo siano prorogati anche dopo l’ emergenza, mentre il 75% dei lavoratori che non hanno servizi di questo tipo desidererebbe averli. I sintomi di malessere sembrano molto importanti al punto che Biancamaria Cavallini , psicologa del lavoro della Mindwork, un importante società di consulenza di psicologia del lavoro dichiara: “ “L’80% delle intervistate e degli intervistati ha provato almeno un sintomo correlato al burnout (sensazione di sfinimento, calo dell’efficienza lavorativa, aumento del distacco mentale, cinismo rispetto al lavoro). Questo purtroppo non sorprende: la durata dell’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova le persone. Anche chi, in una prima fase, ha reagito mettendo in campo le proprie risorse, si ritrova oggi a vederle sempre più esaurite”.Il 40% dei lavoratori che devono tornare a lavorare in ufficio a tempo pieno dopo il telelavoro si dice preoccupato al punto che uno su cinque sarebbe disposto a cambiare occupazione temendo ripercussioni legate a tempo,stress e famiglia. I giovani in particolare hanno una maggiore propensione a lasciare il lavoro a causa di malessere psicologico legato al loro ambiente professionale. Il 49% degli under 34 ha lasciato la propria occupazione almeno una volta per tutelare il proprio benessere mentale anche questa tendenza è cresciuta di 5 punti percentuali rispetto al primo anno di pandemia. In sintesi dalla ricerca emerge che la salute psicologica sia difficile da focalizzare come priorità per le aziende sebbene i lavoratori ne sentano fortemente la necessità. La dottoressa Cavallini aggiunge, nel commentare la ricerca, come sia “importante sottolineare che in caso di ricerca di una nuova posizione lavorativa, il 73% delle persone dichiara di preferire un’azienda attenta al benessere psicologico delle sue persone anche laddove il livello di stress attualmente percepito dalla persona sul proprio lavoro sia basso. Questo dimostra una crescente sensibilità alla necessità di un ambiente di lavoro sano”.
giovedì, Novembre 21, 2024