“Il rosa la mia nuova ossessione” lo diceva Steven Tyler in una canzone degli Aerosmith e diventerà la nostra ossessione per tutto il mese di maggio. Il Giro d’Italia tingerà la penisola di rosa con i corridori che inseguiranno quella maglia simbolo dello sport italiano. Forse sarà un Giro degli altri, un Giro in cui i nostri nazionali potranno agire da protagonisti della scenografia, ma non del palcoscenico, magari possono sperare in qualche tappa- ricordiamo Lorenzo Fortunato sullo Zoncolan nel 2021- ma la vittoria finale sembra riservata a qualcun altro. Damiano Caruso ci ha provato nel 2021, su quell’Alpe Motta diventata un tripudio di tifosi, in un’immagine di normalità e di passione, due cose che la pandemia ci aveva tolto e che stavamo iniziando a riprenderci; ci riproverà ancora il ragusano anche se i segnali giunti dal Giro di Sicilia, in cui difendeva il titolo, non sono incoraggianti. Il Giro di Romandia ha migliorato le aspettative su Damiano che è giunto terzo nella tappa regina di Thyon e ha concluso sul podio anche la classifica generale. Corre per la Bahrain-Victorious, una squadra a doppia punta con un Jack Haig pronto a diventare uomo classifica in caso di un passo falso del capitano azzurro.
Per i colori italiani non si può non pensare alla punta di diamante e il più grande ciclista azzurro in attività, che non ha le potenzialità e le caratteristiche per puntare alla vittoria di un Grande Giro, ma ha sempre dimostrato di saper correre da Campione, e da Campione è anche riuscito a vincere in pista e in strada, soprattuto a cronometro vestendo la maglia iridata nel 2020. Filippo Ganna ha iniziato la sua storia di successi al Giro d’Italia in quell’anno di pandemia, in quell’edizione rosa anomala disputata ad ottobre in cui vinse la prima tappa con arrivo in Via della Libertà a Palermo e poi aggiunse altri iconici successi sotto la Duomo di Milano e sotto la Mole Antonelliana torinese. Nel 2023 giunge al giro con un nuovo primato in mano, con il record dell’ora stabilito lo scorso ottobre in Svizzera: la vittoria nelle classiche diventerà un obiettivo, è arrivato secondo alla Milano-Sanremo proprio quest’anno, per ora la concentrazione sarà ancora sulle cronometro, sulla prima tappa della Costa dei Trabocchi e magari sulla volata finale romana per aggiungere la Capitale al suo palmares di grandi città nelle quali ha trionfato. Se dovesse vincere al primo traguardo di Ortona potrebbe vestire il rosa per due o tre giorni fino a Melfi o al Lago Laceno.
Il Giro 2023: Remco contro Roglic e gli altri li ammirano
Una sfida a due, annunciata e curiosa. Enrtambi campioni alla Vuelta di Spagna Roglic ed Evenepoel sono i favoriti senza vantaggi reciproci. Ci si può basare sui precedenti, nell’ultimo grande Giro spagnolo il belga ha sconfitto quello che era campione in carica, ma nell’ultima Vuelta a Catalunya ha vinto Primosz festeggiando su un podio completato da Almeida, un’immagine con il portoghese terzo che non sarebbe una sorpresa vedere replicarsi a Roma a fine maggio. Gli altri cercheranno di ammirarli, come in molti hanno fatto alla Liegi vedendo il successo senza rivali e senza avversari di Evenepoel; la Bora-Hansgrohe ha in mano la difesa del titolo vinto lo scorso anno da Jai Hindley e la loro punta di diamante sarà Vlasov. Oltre al Dream Team della Jumbo Visma cercheranno di giocarsi le loro carte migliori anche la UAE con Jay Vine che dagli eSports assalta il Giro e l’armata inglese dell’Ineos con il campione del 2020, unico che ha già conquistato la maglia rosa Thao Geoghegan Hart e l’intramontabile Geraint Thomas, lui invece unico in partenza ad aver conquistato la maglia gialla del Tour, che a ridosso dei 37 anni cercherà segnali per capire cosa ne sarà della sua carriera e della sua competitività.
Il Giro 2023: le tappe chiave
Il pensiero è sulla prima tappa, la cronometro che nella storia ha toccato paesaggi e città iconiche dalla prima storica Milano-Bologna il 13 maggio 1909 raccontando la bellezza delle città italiane- Venezia, Roma, Palermo, Napoli, Verona sono solo alcune delle sedi di avvio storiche- e non- si partì anche da Montecarlo, Nord Irlanda, Danimarca, Olanda, Israele, Ungheria ecc…-, per il 2023 la scelta è ricaduta sulla Costa dei Trabocchi in Abruzzo, con arrivo ad Ortona. Sarà un Giro di salite fin dalla prima settimana con l’arrivo alla quarta tappa al lago Laceno dove vedremo la prima vista spettacolare della corsa rosa. E a proposito di panorami lacustri la sedicesima tappa non solo potrebbe essere decisiva, con il ritorno del Monte Bondone dopo 17 anni, ma regalerà una veduta incredibile del Lago di Garda da non perdere. Avveniristica e suggestiva era stata lo scorso anno la tappa napoletana e anche quest’anno sarà lo stesso con il giro intorno al Vesuvio e il passaggio in Costiera tra Amalfi e Positano. Il tutto prima di salire il giorno dopo verso Campo Imperatore, tra i venti appenninici per poi cambiare lato della penisola e dirigersi verso Nord, verso le Alpi che verranno raggiunte da Ovest dopo un passaggio in Versilia e Liguria. E dalla tredicesima tappa, con lo sconfinamento in Svizzera, il Giro d’Italia identificherà, o inizierà a delineare il suo vincitore: al Gran San Bernardo capiremo chi riuscirà ad imitare Sofia Goggia che lo scorso febbraio vinceva a Crans Montana dove arriverà la carovana rosa. Infine il gran finale delle Alpi, dopo il già citato Monte Bondone e la tappa di Bergamo, prevede un trittico definitivo che sarà lui a consolidare la maglia addosso al ciclista che cercherà di farne una seconda pelle. Si scala prima il Coi e il giorno dopo le Tre Cime di Lavaredo dove nel 2013 Vincenzo Nibali entrò nella storia con quel colore rosa dipinto sulla neve, una tappa che ritrova anche il passaggio a Cortina d’Ampezzo e la salita verso il Giau, al 18% di pendenza. Un dato dal quale i ciclisti non potranno lasciarsi spaventare considerando la pendenza del 22% della cronoscalata conclusiva verso il Monte Lussari. Il 28 maggio avremo già il nome del campione prima della artistica conclusione sui sampietrini della Capitale che celebrerà il suo imperatore in rosa.