Arte, emozioni e apprendimento. Sono queste le parole chiave alla base del progetto editoriale Artonauti, l’album di sticker interamente dedicato alla storia dell’arte. Dopo il felice riscontro ottenuto dalle precedenti edizioni, l’iniziativa (unica nel suo genere) si appresta a un nuovo capitolo. È infatti in arrivo nelle edicole italiane il sesto raccoglitore della serie: un’occasione unica per imparare ad amare l’arte in maniera appassionante e interattiva.
Il nuovo album degli Artonauti
Destinatari del progetto sono come sempre i bambini (indicativamente dai sette ai quattordici anni), invitati a collezionare e a scambiare decine e decine di figurine ispirate ai capolavori artistici del passato. Sfogliando il nuovo albo, in uscita il 27 marzo, le opere più rappresentative della storia dell’arte si avvicendano, scandite all’interno della pubblicazione in base al loro colore dominante. Si passa così dal giallo di Campo di grano con volo di corvi di Vincent van Gogh al blu del Bacio di Francesco Hayez, fino al rosso di Rissa in galleria di Umberto Boccioni.
Ognuno dei lavori qui proposti è raffigurato in maniera incompleta, ovvero con degli elementi mancanti: proprio al piccolo fruitore spetta il compito di ultimare le immagini attraverso l’applicazione degli sticker, mentre una serie di contenuti speciali e QR code rimandano a ulteriori giochi, quiz e indovinelli che invitano a espandere la conoscenza anche oltre i confini della pagina.

Artonauti: uno strumento multidisciplinare
Ma al di là dello sguardo al passato e ai capolavori che hanno segnato la storia dell’arte occidentale, un’attenzione particolare è rivolta ai linguaggi del presente, e nello specifico a quelli delle nuove tecnologie. I tre Artonauti protagonisti dell’album – ovvero Ale, Morgana e il cane Argo, già al centro dei precedenti volumi – sono infatti chiamati a confrontarsi in questa occasione con il tema dell’Intelligenza Artificiale, con approfondimenti e spunti di riflessioni che stimolano i bambini (ma anche gli educatori al loro fianco) a porsi più di un quesito sui limiti e sulle possibilità di questi nuovi strumenti.
L’intervista agli autori Daniela Re e Marco Tatarella
Il nuovo album degli Artonauti – dal titolo Le emozioni dei colori – si appresta a fare il suo esordio in edicola. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ricordateci la missione del progetto.
Artonauti è il primo album di figurine dedicato all’arte, nato per far divertire piccoli e grandi con un gioco tradizionale come quello delle figurine, con l’aggiunta di uno stimolo potente come quello dell’arte. Artonauti è stata la risposta alla necessità, per noi, di trovare una modalità per diffondere la bellezza dell’arte a tutti, con un metodo semplice e accessibile. Cercare la bellezza è un’abitudine che va coltivata fin da piccoli e in un mondo che va velocissimo, che ci bombarda con immagini di ogni tipo, ci sembrava che mancasse un tempo lento, di condivisione, per contemplare anche solo per un momento un’opera d’arte.
L’album è il sesto della serie. Sembrava che doveste essere una “meteora” nel panorama editoriale italiano, invece vi state attestando come un must have, non soltanto per i più piccoli. Vi aspettavate questo riscontro?
Abbiamo sempre creduto che ci fosse spazio per un progetto come il nostro perché ci sono tante persone, grandi e piccole, curiose, aperte, appassionata all’arte, alla ricerca di cose belle, fatte con cura e passione. La fila fuori dai musei e dalle mostre ci fa intuire come l’arte non sia vista come una cosa lontana ma necessaria, quando è accessibile. La più grande soddisfazione è ricevere messaggi in cui le persone ci scrivono che grazie ad Artonauti sono andati in questo o in quel museo a vedere le opere che avevano scoperto attraverso l’album.
Imparare l’arte attraverso il gioco con gli Artonauti
In cosa il progetto è riuscito a conquistare i lettori? Quali sono i suoi punti di forza?
Crediamo che Artonauti sia molto trasversale con diversi livelli di lettura. I bambini attaccano le figurine e leggono la storia; per i grandi c’è anche un QR code con articoli e approfondimenti. Ogni anno un tema nuovo con opere d’arte da scoprire fa sì che l’album ti permetta di fare viaggi diversi.
Sfogliando le pagine del nuovo album, lo studio e la scoperta dell’arte si sviluppano accompagnati da un’attenzione particolare ai nuovi linguaggi, tra robot e intelligenza artificiale…
L’idea ci è venuta guardando una bambina che “parlava” con Alexa. Al di là delle richieste che le faceva, l’impressione era che la bambina non si rendesse conto che quel dialogo non fosse con una persona ma con un “robot”. Così abbiamo deciso di inserire Eureka, la “nostra” Intelligenza Artificiale, nella nostra avventura: insieme agli Artonauti dovrà scoprire cosa vuol dire vivere le emozioni. Saperle nominare e definire, infatti, non basta per esserne consapevoli e viverle! Alla fine volevamo sottolineare la vera differenza tra noi e l’intelligenza artificiale: è impossibile competere con le “macchine” in tanti compiti, ma siamo imbattibili e insostituibili sulla parte relazionale, affettiva e creativa.

Arte, divertimento e pedagogia con gli Artonauti
In un’epoca in cui l’alfabetizzazione visiva è sempre più importante, Artonauti si presenta come uno strumento pedagogico innovativo che merita di essere esplorato nelle nostre classi. Quali sono i vostri rapporti con il mondo della scuola pubblica e dell’educazione?
Artonauti in questi anni ha stabilito un bellissimo rapporto con le scuole e i docenti che mostrano sempre interesse ed entusiasmo per il nostro progetto. Gli insegnanti sono i nostri ambasciatori, credono nei valori degli Artonauti e noi crediamo fortemente nel loro lavoro. L’album viene distribuito in migliaia di classi, e gli insegnanti lo usano come vero e proprio strumento didattico interdisciplinare. L’arte oltre a essere bella da vedere infatti, aiuta a pensare, ragionare, immaginare. C’è uno scambio continuo con i docenti che ci scrivono, fanno proposte e ci restituiscono la loro esperienza fatta con Artonauti.
Per esempio?
Un’insegnante di Milano della scuola primaria Crispi ha usato l’album tutto l’anno con una classe di terza, avvicinando i bambini a un linguaggio visivo molto distante da quello a cui erano abituati. Un’altra insegnante di Cesate ci ha riportato che Artonauti è stato un appuntamento fisso del venerdì pomeriggio che i bambini aspettavano con entusiasmo. In una scuola di Bergamo tutte le classi hanno adottato Artonauti, e gli insegnanti hanno realizzato laboratori interclasse e momenti di condivisione sociale. Ci sono davvero tantissimi colleghi che usano Artonauti e questo ci rende orgogliosi e fiduciosi che stiamo introducendo uno strumento innovativo collettivo (non digitale), che coinvolge i bambini con il gioco, l’esperienza e lo scambio nella convinzione che l’arte, la bellezza, la sensibilità, l’amicizia salveranno il mondo.
Alex Urso
Fonte: artribune.com