L’alcol! Quel compagno di serate, di festeggiamenti, a volte di consolazioni, che però, se trattato con leggerezza, può trasformarsi da amico in nemico, lasciando dietro di sé una scia di danni che vanno ben oltre il classico mal di testa del giorno dopo.
Partiamo da un presupposto fondamentale: l’alcol, dal punto di vista nutrizionale, è una vera e propria “bomba calorica” vuota. Questo significa che apporta molte calorie (circa 7 kcal per grammo, più dei carboidrati e delle proteine, quasi come i grassi), ma senza fornire nutrienti essenziali come vitamine, minerali o fibre. Immaginate di riempire il serbatoio della vostra auto con acqua zuccherata: l’auto non andrà molto lontano e, anzi, rischierà di subire danni al motore. Lo stesso accade al nostro organismo quando consumiamo alcol in eccesso.
Quando beviamo una birra, un bicchiere di vino o un superalcolico, l’alcol etilico (o etanolo) viene rapidamente assorbito dal nostro tratto digerente e metabolizzato principalmente dal fegato. Questo organo, che possiamo considerare la nostra “centrale di smistamento” metabolica, si trova a dover gestire una vera e propria emergenza quando arriva una quantità eccessiva di alcol. Il processo di metabolizzazione dell’alcol produce sostanze tossiche, come l’acetaldeide, che sono responsabili di molti degli effetti negativi dell’alcol sul nostro organismo. È un po’ come se il nostro fegato, per smaltire l’alcol, dovesse accendere un inceneritore che produce fumo e scorie nocive.
Ma non è solo il fegato a soffrire. L’alcol ha un impatto significativo anche sul nostro microbiota intestinale, quella complessa comunità di microrganismi che risiede nel nostro intestino e che svolge un ruolo cruciale per la nostra salute. L’alcol può alterare la composizione e la funzionalità del microbiota, causando una condizione chiamata disbiosi. Questa disbiosi può favorire l’infiammazione cronica, compromettere l’assorbimento dei nutrienti, indebolire il sistema immunitario e aumentare il rischio di diverse malattie, tra cui malattie infiammatorie intestinali, malattie del fegato e persino disturbi mentali. Immaginate il nostro intestino come un giardino rigoglioso: l’alcol è come una tempesta che lo devasta, sradicando le piante utili e favorendo la crescita di erbacce infestanti.
E qui si inserisce l’interazione con l’alimentazione. L’alcol può influenzare il nostro comportamento alimentare in diversi modi. Innanzitutto, può aumentare l’appetito, soprattutto per cibi grassi e salati, creando un circolo vizioso che favorisce l’aumento di peso e l’accumulo di grasso addominale. Inoltre, l’alcol può interferire con l’assorbimento di alcune vitamine e minerali, causando carenze nutrizionali. È un po’ come se l’alcol, oltre a danneggiare il nostro organismo, ci “rubasse” anche le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno.
L’abuso continuativo e sregolato di alcol è quindi un vero e proprio attentato alla nostra salute. Aumenta il rischio di malattie del fegato (come la steatosi epatica, la cirrosi epatica e il cancro al fegato), malattie cardiovascolari, malattie del pancreas, disturbi neurologici, depressione e diverse forme di cancro. È come se l’alcol, a forza di “picconate”, finisse per demolire le fondamenta del nostro benessere.
Ma non tutto è perduto. Esistono alternative intelligenti e, soprattutto, un approccio più consapevole al consumo di alcol. Invece di bere per abitudine o per cercare uno sballo effimero, possiamo imparare a gustare un buon bicchiere di vino o una birra artigianale in compagnia, apprezzandone il sapore e l’aroma senza eccedere nelle quantità. Anzi, a tal proposito, è interessante notare come un consumo moderatissimo di vino rosso, parliamo di un bicchiere a settimana, possa addirittura avere effetti positivi sul microbiota intestinale. Questo grazie alla presenza di polifenoli, in particolare i flavonoidi, che agiscono come prebiotici, ovvero come “cibo” per i batteri buoni del nostro intestino. È un po’ come se, dopo la tempesta, piantassimo qualche fiore nel nostro giardino intestinale.
Ricordiamoci che la vera festa è quella che celebriamo con la salute e il benessere, non quella che ci lascia con i postumi e i sensi di colpa.