di Vladimiro Modolo
Qualcosa si muove a sinistra.
Il movimento legato al leader di Syriza, secondo maggior partito ellenico, è a quota 95.000 firme delle 150.000 necessarie per la presentazione della lista Tsipras alle prossime elezioni europee.
Proposto dalla sinistra europea in occasione del vertice di Madrid dello scorso Dicembre, Alexis Tsipras, proverà a insidiare a sinistra la leadership socialista di Martin Shulz, candidato per il centro-sinistra tra le file del PSE.
E in Italia, alcuni tra intellettuali e leader politici della sinistra radicale da SEL , da Rifondazione Comunista e dai Comunisti Italiani, si sono attivati a sostegno della sua candidatura con la lista “L’altra Europa”.
Nell’accettare la candidatura alla Presidenza della Commissione Europea, *Alexis Tsipras* ha indicato le sue priorità politiche, e proposto un piano in *dieci punti* contro la crisi che attanaglia l’Europa, ponendo l’accento su la “non negoziabilità” della democrazia all’interno dell’Unione Europea, sul superamento delle divisioni ancora esistenti tra Nord e Sud Europa, per un Europa al servizio dei cittadini e non ostaggio della paura della disoccupazione, della vecchiaia e della povertà. Per un Europa dei diritti anzichè penalizzante per i poveri ed a beneficio dei soliti privilegiati e al servizio degli interessi delle banche.
Queste la parole presenti sul manifesto programmatico all’interno del sito “listatsipras”, ad introduzione dei punti del programma.
La sfida di Tsipras è soprattutto quella di una via alternativa agli euroscettici, per il mantenimeno dell’euro, ma rigettando l’austerità, (misura considerata vessatoria e nociva per lo sviluppo nonchè in grado di generare 27 milioni di disoccupati in Europa), e fiscal compact che attualmente impone il pareggio di bilancio anche ai paesi in gravi difficoltà economiche, e che deve invece consentire gli investimenti pubblici per risanare l’economia e uscire dalla crisi.
Nel programma, misure per rilanciare l’economia* *attraverso i prestiti a basso tasso d’interesse volti alla creazione di posti di lavoro, per lo sviluppo di tecnologia e infrastrutture, ma anche la creazione di una vera Banca europea, diretta espressione della sovranità popolare che in caso di necessità possa prestare denaro anche agli stati e non solo alle banche, e che fornisca prestiti a basso tasso di interesse agli istituti di credito, a patto che accettino di fornire credito a costi contenuti a piccole e medie imprese.
In merito al debito, la lista Tsipras propone l’organizzazione di una Conferenza europea sul debito, simile a quella che nel 1953 alleviò il peso del debito che gravava sulla Germania, e le consentì di ricostruire la nazione dopo la guerra, misura oltremodo necessaria in tempo di crisi.
Ma non solo “economia” nell’ambizioso programma de “L’altra Europa”.
Centralità ai temi ambientali* con l’obiettivo di avviare la trasformazione ecologica della produzione, per rispondere alla crisi ambientale e dare priorità alla qualità della vita, alla solidarietà, all’istruzione, alle fonti energetiche rinnovabili, allo sviluppo ecosostenibile ed attenzione alle politiche sull’immigrazione con il rifiuto del concetto di “Fortezza Europa” che alimenta forme di discriminazione, garantendo invece i diritti umani, l’integrazione, il diritto d’asilo e le misure per la salvaguardia dei migranti.
Ce ne è abbastanza per rappresentare davvero qualcosa di diverso in Europa. La vera sfida a questo punto è il consenso.
Riuscirà il movimento di Tsipras a raccogliere intorno a sè ciò che resta della sinistra radicale in europa, evitando le divisioni di rappresentanza che da sempre limitano e bloccano l’avanzata di un’alternativa politica reale portando a risultati fallimentari come quello italiano di “Rivoluzione civile”?
Riuscirà la lista Tsipras a raccogliere i consensi di tutti quegli elettori che, delusi dai partiti, hanno virato su movimenti o partiti anti-euro e populisti o addirittura nazionalisti come avvenuto di recente in Francia?”