In questo periodo, ci troviamo immersi nelle notizie riguardanti il conflitto tra il gruppo terroristico Hamas e Israele con decine di vittime registrate quotidianamente. Tuttavia, l’obiettivo odierno non è quello di analizzare le ragioni politiche ed ideologiche di questa guerra, bensì quello di esaminare le tendenze tecnologiche e le innovazioni in Palestina.
Focalizzeremo la nostra attenzione sull’ecosistema delle start up palestinesi, un contesto che prima dello scoppio della guerra era contrassegnato da un notevole sviluppo, numerose opportunità ed ingenti investimenti.
Nonostante si parli di un contesto regionale difficile, la Palestina sta continuando a coltivare un ecosistema start up molto interessante e al passo con i tempi e di conseguenza molti fondatori di start up e leader regionali vedono la rinascita economica del Paese come un elemento fondamentale per la soluzione a due Stati. Parlando in termini di numeri al fine di capire ancor di più il settore in Palestina, il panorama delle start up rappresenta un’opportunità unica e , secondo Forbes, uno tra tutti è il settore informatico della Cisgiordania e Gaza che vale più di 493 milioni di euro con il raddoppio del suo valore dal 2008 al 2018, poi il fondo venture capital Ibtikar,
che investe in imprenditori palestinesi sia in Palestina che nella regione della MENA, dove ha già veicolato 1,4 milioni di dollari in tre start up fondate da palestinesi.
Inoltre, a dicembre 2022, due realtà importanti come Intersect Innovation Hub e SPARK hanno lanciato dei programmi nuovi per sostenere lo sviluppo di start up palestinesi; a questo si aggiunge che sono nati diversi Hub tecnologici una tra tutti è il Gaza Sky Geeks che ospita percorsi di formazione tecnologica, spazi di coworking e acceleratori di start up.
Da segnalare anche il Gaza Code Academy, programma di formazione per il freelancing online, social media e inglese professionale nella quale ci si concentra molto sul modello di business di tutta la Palestina e il Palestinian Mentorship Program che mette in contatto gli imprenditori palestinesi con esperti globali per creare relazioni tra ecosistema della Palestina e mercati esteri. Per riassumere questo settore in Palestina sono presenti il Fintech, l’ Edtech e le Life Sciences. Per quanto riguarda il primo, l’autorità monetaria palestinese ha introdotto il Fintech regulator Sandox nel marzo del 2022 con lo scopo di promuovere l’inclusione finanziaria nel Paese. Per quanto riguarda l’Edtech stanno nascendo diverse realtà come JeelCode che insegna nelle scuole a programmare in arabo ed Hessa che mette in contatto studenti e tutor.
Citiamo, infine, le start up legate al Life Sciences che riguardano aziende di telemedicina come Tebfact e Tanaffas e anche start up focalizzate sulla prevenzione di malattie croniche. Tuttavia la guerra sta mettendo a dura prova l’ecosistema palestinese, un esempio è Dalia Shurrab, ex coordinatrice della comunicazione e dei social media di Gaza Sky Geeks, la quale, mentre condivideva un video in diretta su LinkedIn dagli uffici di Gaza Sky Geeks, ha mostrato che la maggior parte delle finestre era saltata a causa delle bombe, mentre il direttore di Mercy Cops, Arnauld Quemin, ha dichiarato che la sede di Gaza Sky Geeks non è più in grado di operare in sicurezza, tuttavia c’è la voglia di andare avanti: infatti il già citato Ibtikr Fund e altre aziende palestinesi stanno cercando di mantenere le operazioni al livello più normale per quanto possibile in una situazione bellica.