Il Ministro Catalfo manda gli ispettori nel Lodigiano. Saranno loro, a quanto apprende il Fattoquotidiano.it, a verificare la vicenda del dipendente di un supermercato licenziato dopo 180 giorni di lotta contro il Covid, nonostante avesse in tasca un certificato di infortunio riconosciuto dall’Inail. Il ministero ribadisce che il “Cura Italia” ha inserito una specifica norma per escludere i giorni di malattia Covid-19 dalle assenze. In realtà la vicenda è più complessa e sta aprendo un certo dibattito nel mondo scientifico e giuridico, da cui potrebbero scaturire anche misure diverse da quelle che finora hanno tutelato i lavoratori durante la pandemia. La Legge 24 aprile 2020 n. 27 infatti ha equiparato il periodo di quarantena alla malattia scomputandolo dai 180 giorni oltre i quali scatta il licenziamento. Il dipendente sottoposto a “sorveglianza attiva” o in “permanenza domiciliare fiduciaria” poteva stare a casa, ricevere la sua retribuzione, e figurare in malattia senza che scattasse la tagliola dei giorni di assenza. E infatti a “salvare” il lavoratore del supermercato non sarà tanto il Cura Italia quanto il certificato dell’Inail che ha riconosciuto l’infortunio sul lavoro.
giovedì, Novembre 28, 2024