Con le indagini sui vertici ultras di Inter e Milan è stato risolto anche un cold case ed è stato individuato l’autore materiale dell’omicidio, avvenuto a Milano nel 1992, di Fausto Borgioli, detto “Fabrizio”, luogotenente di Francis Turatello, protagonista della mala milanese degli anni ’70 assieme a Renato Vallanzasca e ad Angelo Epaminonda.
La Gdf ha notificato una misura di custodia cautelare in carcere per Giuseppe Caminiti, classe 1969, già in cella da lunedì nell’ambito dell’operazione “doppia curva” e ritenuto “diretta emanazione della ‘ndrangheta per espressa e plurima ammissione”.
Vicino a esponenti di spicco della ‘ndrina degli “Staccu” di San Luca (Reggio Calabria), forte di questi suoi collegamenti criminali e legato a Giuseppe Calabrò (a processo per l’omicidio Mazzotti), Caminiti avrebbe avuto il ruolo di anello di congiunzione con il direttivo della Curva Nord, in particolare con Andrea Beretta, intermediando le sue pretese estorsive nei confronti dell’imprenditore Gherardo Zaccagni, ai domiciliari.
Imprenditore di cui figura dipendente con compensi sia per svolgere “una serie di attività, anche illecite”, sia per fornirgli protezione. Tant’è che per questo, in una intercettazione, Zaccagni dice di averlo “preso” per la stessa “funzione” dello “stalliere di Berlusconi”, Vittorio Mangano.
Nel provvedimento in cui si contesta l’omicidio di Borgioli, il gip Domenico Santoro ripercorre le indagini svolte in passato dalla procura milanese, comprese quelle in cui nel 1995 un collaboratore di giustizia aveva già indicato Caminiti come esecutore dell’assassinio su mandato dello zio Salvatore Papandrea, il quale era convinto che Borgioli fosse un confidente della Polizia sui traffici di stupefacenti del clan.
Ma una “cauta e corretta valutazione” degli elementi di prova raccolti allora, si legge nell’atto, nel 1998 portarono a una archiviazione. A far riaprire il caso sono state alcune intercettazioni del luglio 2020 nell’inchiesta sul tifo organizzato dei pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra. Caminiti, conversando con Zaccagni, ha parlato di una vicenda definita come un “danno” collegato a via Montegani. “Poi ti spiegherò…ti spiegherò la storia di sta via qua (via Montegani) un giorno… omissis… c’ha una storia mica… omissis… c’ha una storia importante fratello!”, aveva detto.
Il 27 gennaio 2021, in un’altra conversazione intercettata, “confessava di essere stato esecutore materiale dell’omicidio di un uomo che abitava in via Montegani 10” fornendo pure dettagli e motivi del delitto: fece tutto da “solo” perchè era “pericoloso”. Borgioli venne ucciso con cinque colpi d’arma da fuoco la sera del 19 ottobre di 32 anni fa nei pressi dell’oratorio Don Orione, nel quartiere Lorenteggio.
Fonte: ansa.it