“Servono più risorse umane e fondi per la salute primaria, a fronte del peso sempre più ingente posto dalla pandemia sui servizi di primo accesso per la salute, soprattutto in vista dello shock epidemiologico posto dal Long Covid, sindrome che ha aumentato grandemente il numero di pazienti con bisogni di cure cardiovascolari e di salute mentale”.
L’ha spiegato all’ANSA Melitta Jakab, capo del Centro europeo dell’Oms per la salute primaria, a Trieste per un convegno.
Il suo Centro dà consigli di policy sanitaria a una vasta regione che include 53 paesi (dell’Ue, dell’ex Unione sovietica, Balcani occidentali, Turchia e Israele).
La pandemia, ha sottolineato Jakab, ha messo in luce come ci sia bisogno di un concetto ampio di salute primaria: “Ha agito come lente di ingrandimento sul fatto che la salute fisica non può essere separata dal benessere sociale e dalla salute mentale”. “Ormai è chiaro che le cause sottostanti a molte malattie, che si parli di ipertensione, diabete, problemi cardiaci, sono determinate da fattori socioeconomici.
L’approccio puramente biomedico in questo ha fallito: è sempre più importante guardare alla salute primaria in senso ampio e interdisciplinare, che includa al suo interno professionisti della salute mentale e assistenti sociali in aggiunta a professionisti sanitari”, ha concluso.