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Luca De Carlo: il senatore che cambierà il volto all’agricoltura italiana.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Tra le organizzazioni degli agricoltori e dei produttori vige un clima di soddisfazione e di speranza per il futuro del mondo agroalimentare e dell’innovazione agricola. Il senatore Luca De Carlo, presentatore del disegno di legge che consente la sperimentazione in campo di organismi prodotti con le Tecniche di evoluzione assistita, diviene il protagonista di questo nuovo scenario di rilancio per l’agricoltura italiana 4.0. L’iniziativa legislativa del Senatore consente di portare le piante ottenute in laboratorio con le Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea) fino alla sperimentazione in campo, cosa prima di fatto bloccata dalla normativa europea e nazionale soggetta all’iter autorizzatorio previsto per gli Organismi Geneticamente Modificati. L’approvazione di tale norma ha scatenato molte reazioni positive e una rinnovata fiducia nella cooperazione tra ricercatori scientifici, agronomi e imprenditori agricoli. Il disegno di legge del Senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura del Senato, vuole imprimere una vera svolta all’agricoltura italiana costretta a combattere oggi non solo con le difficoltà ambientali e climatiche ma anche e soprattutto con l’approccio confusionario delle proposte europee che parlano genericamente di Green Deal e di strategie “farm to fork”, senza affrontare concretamente il rapporto attuale tra scienza e agricoltura.

Il Senatore Luca De Carlo.

La proposta del Senatore De Carlo parte dalla consapevolezza di voler migliorare le caratteristiche agricole per fronteggiare gli eventi estremi, la siccità, l’insufficienza idrica e gli stress termici, migliorando le rese ma anche rendendo, grazie al miglioramento genetico, le piante più resistenti ai parassiti, meno bisognose di prodotti fitosanitari e più capaci di sfruttare gli elementi fertilizzanti presenti nei suoli, rispondendo così alle richieste di coltivazioni ambientalmente sostenibili ed economicamente più vantaggiose e fornendo agli agricoltori le opzioni necessarie per stare sul mercato in maniera responsabile e rispettosa dell’ambiente.

Tali tecniche consentono la correzione mirata di una sequenza di Dna, attraverso proteine della classe delle nucleasi, la cui funzione può essere paragonata a quella di una forbice capace di “tagliare” il Dna nel punto desiderato. Una rivoluzione che in Italia è al centro del dibattito tra gli esperti e che aiuta ad evidenziare che la stessa Europa è in ritardo. Nell’estate del 2018 una celebre sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea equiparò le piante trattate con le Tea alle piante Ogm poiché non esisteva, in effetti, una “legislazione europea aggiornata”. Attualmente, sono in molti a chiedere un’attenzione certosina alle numerose opportunità che provengono dall’innovazione e dalla ricerca con la consapevolezza che nell’immediato futuro sarà possibile utilizzare meno acqua e meno fitofarmaci, in un momento in cui l’Europa chiede di ridurne l’utilizzo e la siccità è divenuta una vera emergenza. L’approccio politico europeo ha anche il dovere di chiarire definitivamente che non si tratta di Ogm, anche se la disciplina europea ancora non rivede la norma e nonostante le Tea siano nate nel 2012 l’Europa non riesce ancora a comprendere l’importanza di ciò che i ricercatori e il metodo scientifico stanno generando per l’agricoltura e l’intera umanità.

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