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L’Unione Europea pronta allo scontro energetico con la Russia di Putin.

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venerdì, Novembre 22, 2024

L’ Unione Europea sembra essersi irrigidita di fronte alla richiesta russa di pagare il gas in rubli. La decisione tuttavia non spetta alla politica ma alle aziende che importano energia russa. I governi europei tuttavia, conformi alla linea Biden, invitano le loro industrie a non cedere alla richiesta di Putin. L’orientamento , dopo una prima fase interlocutoria in cui si è valutato un possibile compromesso, emerge dopo un confronto con i partner del G7. La soluzione di accordo proposta dal Cremlino lascia alle banche su cui vengono effettuate i pagamenti l’onere di cambiare gli euro del gas in rubli.. L’Eni ha fatto sapere di aver ricevuto le comunicazione da parte di Mosca e che sta analizzandole. Questa linea moderata tuttavia è smentita nettamente dal portavoce della Commissione Europea : “ Con i nostri partner del G7 abbiamo chiaramente espresso le nostre posizioni: i contratti concordati devono essere rispettati. Il 97% dei contratti in questione prevede esplicitamente il pagamento in euro o dollari. Le aziende con tali contratti non dovrebbero aderire alle richieste russe”. Gazprom ha informato intanto che Italia, Turchia e Polonia nel mese di marzo hanno avuto consegne superiori a un anno fa. In assenza di sanzioni energetiche la Russia porrebbe 300 miliardi in sicurezza nel 2022, una cifra strategicamente sufficiente ad evitare il fallimento e utilissima per portare avanti la guerra e il disegno geopolitico a cui sta mirando Putin . Attualmente le commesse energetiche europee sono pagate a banche di Londra e Parigi che poi girano i fondi in Russia dove l’80% del guadagno viene convertito in rubli. Il pagamento si considera concluso quando viene effettuato il versamento nelle banche franco inglesi . Se il meccanismo restasse immutato Mosca potrebbe vedere congelati i suoi soldi da potenziali sanzioni. La proposta russa richiede che i pagamenti siano considerati conclusi solo dopo che la cifra è stata pagata in rubli a Gazprombank. Il mancato accordo sui pagamenti implicherà la chiusura automatica dei gasdotti. Le conseguenze cominceranno ad esserci solo a fine mese quando la Russia renderà pienamente operative le sue nuove disposizioni Se dovesse passare la linea Putin, Mosca potrebbe essere libera anche di fissare il tasso di cambio euro/ rublo potenzialmente non solo per l’energia ma anche per altre risorse strategiche. La vera guerra tra Russia e paesi occidentali passa quindi non solo per l’Ucraina dove si sta combattendo sul campo ma anche sugli assetti economici con cui si regolano i flussi energetici con l’ Europa continentale. L’Italia è uno dei paesi più esposti dal potenziale blocco delle risorse russe avendo rinunciato da tempo ad una politica di cooperazione con l’Africa e il Sud del mondo e non avendo pronta una struttura logistica in grado di accogliere risorse provenienti dallo spazio atlantico che comunque potrebbero avere un costo superiore e non necessariamente rispondere a prezzi politici.

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