Da ventitré anni docente di Arte e Immagine e da dieci in servizio presso l’Istituto Comprensivo ‘F.S. Nitti’ di Roma, Alessandra Irene Anzini conserva vivida l’originaria visione integrale e integrata che deriva dalla sua formazione di architetto ed esercita un impegno costante e un amore profondo per i bambini e i ragazzi. Da cinque anni applica a scuola ‘Il Maieutic Integrated Approach’, ideato per rispondere alla richiesta dei suoi allievi che, sin dal primo giorno e con sguardi rassegnati le chiedevano aiuto su come raggiungere un’importante soddisfazione, quella di riuscire finalmente a ‘capire’. La professoressa Anzini collabora con importanti associazioni nazionali di promozione di una scuola integrata ed inclusiva e con un gruppo di esperti ‘divergenti’ con i quali ha ideato una formazione specifica M.I.A., certificata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, da proporre sia ai docenti che ai genitori.
Chiediamo alla professoressa Anzini il punto di svolta che l’ha condotta, dopo una lunga riflessione, ad ideare ‘Il M.I.A. Maieutic Integrated Approach’ e in che cosa consiste.
Le restrizioni, il distanziamento e l’intermittenza della frequenza scolastica regolare durante il periodo pandemico hanno esasperato e svelato negli alunni ciò che era presente da tempo, soprattutto la solitudine, il senso di abbandono e un pericoloso stato di privazione.
Nel 2018, anno di nascita del M.I.A. è stato evidente per me riscontrare un aumento della fragilità emotiva, dell’ansia e la progressiva diminuzione della capacità intuitiva e del dialogo critico. L’insieme di tali situazioni ha comportato molte volte, come conseguenza, un palese atteggiamento di rassegnazione nella maggior parte degli alunni sul quale ho sentito il bisogno di intervenire in prima persona. La perenne ansia del programma e dei voti, ritenuti obiettivi prioritari dai docenti, uniti alle difficoltà nell’affrontare le nuove esigenze espresse dagli alunni hanno confermato l’impossibilità di attivare un cambiamento reale nella scuola nonostante le intenzioni presenti negli innumerevoli decreti ministeriali e riforme, solo in parte attuate su base burocratica.
La chiave di lettura contemporanea del ‘M.I.A. Maieutic Integrated Approach’ risiede in un approccio neuro scientifico esperienziale che sviluppa percezione, immaginazione, parola ed emozioni motivando gli alunni a gestire le loro difficoltà e ad esprimere le potenzialità nascoste o represse a causa di una pratica scolastica usuale, mnemonica e performante.
Quali vantaggi offre il ‘M.I.A. Maieutic Integrated Approach’ e perché ritiene che possa fare la differenza nella scuola a tal punto da essere stato ritenuto rivoluzionario?
Con Il M.I.A. le lezioni sono prive di competitività, gli alunni si sostengono l’un l’altro e trovano l’opportunità di esprimersi, spesso per la prima volta, trovando anche il coraggio di mettersi in gioco. Si innesca dunque un vero e proprio circuito del piacere che conduce gli alunni a capire e ad imparare in forma attiva e cooperativa mentre l’insegnante, senza lunghe spiegazioni, svolge
unicamente la funzione di guida esperta e di facilitatrice. Ancor meglio di come avviene oggi nella quotidianità delle aule, anche quando sono presenti difficoltà di natura psico-intellettiva, sensoriale o fisica, l’Approccio riesce a valorizzare in maniera spontanea l’unicità della persona rappresentando di fatto la sua vera e propria innovazione. L’inclusività è dunque garanzia di riuscita per tutti i ragazzi che vedono così accorciare le distanze tra loro e i compagni grazie a modalità di svolgimento del programma che diventano spunti e innesti d’incontro tra le diverse intelligenze e i molteplici canali comunicativi. Inoltre, l’interdipendenza positiva che si crea con naturalezza tra docente e discente genera relazioni armoniche di aiuto reciproco e attivazione di un reale lavoro di gruppo.
Perché la formazione del docente olistico rimane un caposaldo nel ‘M.I.A. Maieutic Integrated Approach’?
La formazione da me ideata, coadiuvata da un gruppo di nove esperti ‘divergenti’ non ha nulla in comune con quanto di solito destinato ai docenti o ai genitori ma intende promuovere la capacità per tutti di osservare e interpretare i propri alunni e i propri figli secondo una visione olistica, cioè come un organismo interconnesso con sé stesso e con gli altri. L’obiettivo generale della formazione è dunque quello di fornire un approccio operativo, efficace e adattabile alla quotidianità della classe. Tale approccio nasce non solo dalla competenza professionale ma anche dalla passione per la disciplina che si insegna e dall’empatia verso i propri alunni e verso sé stessi.
In definitiva, si tratta di una rivoluzione copernicana dell’impostazione scolastica per cui per il docente il saper ascoltare prevarrà sul farsi ascoltare. Ecco che la capacità di apprendimento si libera dalle dipendenze esterne e dalla dicotomia del ruolo insegnante/allievo poiché entrambi diventano equivalenti e interscambiabili al punto da essere idefiniti ‘guida esperta e principiante’, come da nuova terminologia in uso nel M.I.A.
Ci potrebbe gentilmente riassumere i concetti che i docenti dovrebbero acquisire secondo il format M.I.A.?
Sicuramente il focus della formazione sarà orientato ad attivare la partecipazione spontanea e condivisa di tutti gli alunni, in modalità ludica ed operativa, applicabile alla quotidianità scolastica per un apprendimento consapevole, cooperativo e divertente in tutte le discipline.
La didattica inclusiva ed operativa del ‘M.I.A. Maieutic Integrated Approach’ apporterà giovamento anche agli alunni con disabilità o con Bisogni Educativi Speciali in modo che si traduca, come poco sopra ricordato, in una chiave di successo formativo per tutti. Il docente formato dovrà prepararsi ad assumere il ruolo di leadership autorevole nelle tre vesti di insegnante olistico, coach e guida esperta, capace di attivare un flusso di interscambio e di ricerca continua tra sé e il gruppo classe. La capacità di guidare gli alunni verso una conoscenza trasformante e generativa sarà una sua prerogativa per superare con successo la pratica in uso nel sistema scolastico tradizionale. In un’epoca in cui gli adulti di riferimento non sono più il filtro tra il bambino e l’informazione è quanto mai urgente raccomandare agli educatori lo sviluppo di un’attitudine al pensiero critico, creativo e divergente e l’uso di un nuovo glossario percettivo come fattore di riconoscimento del singolo gruppo classe.
Lei è autrice di un testo di prossima pubblicazione dal titolo ‘Se da piccola mi avessero detto… Un approccio didattico esperienziale che insegna a scegliere’. Qual è il valore aggiunto che questa pubblicazione rappresenta nella comprensione del ‘‘M.I.A. Maieutic Integrated Approach’?
Al di là del mio pensiero di parte potrebbe essere utile ai lettori riportare di seguito uno stralcio della prefazione redatta dalla Dott.ssa Elisamarzia Vitaliano, Dirigente Scolastica dell’I.C.’F.S. Nitti’ di Roma. La prima cosa che mi ha colpita nel leggere il manoscritto appena terminato è constatare l’abilità di riuscire a mettere insieme concetti importanti quali empatia, sintonizzazione, individuazione di bisogni per definire una sorta di “manuale” accessibile a tutti. La caratteristica principale del testo consiste appunto nel dare indicazioni pratiche che favoriscano negli studenti e nelle studentesse la voglia di mettersi in gioco divertendosi, assumendo un ruolo attivo per un apprendimento efficace e non nozionistico. Le persone che si sono formate cognitivamente e socialmente con questi presupposti saranno sempre disposte a mettersi in gioco, aperte a stabilire continuamente nuovi traguardi da raggiungere, spinte dalla curiosità in una dimensione di continuo apprendimento e adattamento alla vita… che in fondo è continua ricerca.’
Ringraziamenti
Ringraziamo Alessandra Irene Anzini per la sua preziosa testimonianza e per aver gentilmente fornito alla Redazione la foto/ritratto a corredo del presente articolo.