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Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali: con le nuove terapie  è aumentato di oltre il 30-40% il numero di persone che riescono a controllare le malattie.

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La disponibilità dei diversi farmaci permette una terapia a misura di paziente, una maggiore aderenza alla terapia e oggi anche la possibilità di un risultato in poche settimane” sottolinea  Rodolfo Sacco, Direttore Struttura Complessa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Foggia

Importanti novità per i pazienti affetti da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – MICI, la Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa, con nuovi trattamenti disponibili o in fase di registrazione che permetteranno di migliorare sia le risposte cliniche che l’aderenza terapeutica. Le analisi dei più recenti studi registrativi e dei dati in real world saranno al centro del convegno “Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – Approccio Problem Solving” , organizzato da Strategie Provider Pescara, che si tiene il 22-23 settembre a Foggia, Palazzo Dogana, con responsabili scientifici il Dott. Rodolfo Sacco e il Dott. Nicola Della Valle.

ANTI-INTEGRINE, ANTI-INTERLEUCHINE E PICCOLE MOLECOLE: LA SVOLTA NELL’APPROCCIO TERAPEUTICO – Negli ultimi 2-3 anni c’è stato un fiorire di studi che hanno portato alla registrazione di nuovi farmaci, tra cui le cosiddette small molecules, le piccole molecole, di cui in parte già si dispone. “Con le più recenti terapie  è aumentato di oltre il 30-40% il numero di persone che riescono a controllare la malattia, anche se naturalmente non esiste una terapia risolutiva vista la natura autoimmune – spiega  il Dott. Rodolfo Sacco, Direttore Struttura Complessa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Foggia – Da un lato vi sono classici farmaci di prima linea come infliximab o adalimumab di cui possono essere impiegate le versioni biosimilari a costo ridotto, dall’altro abbiamo terapie di seconda linea come Vedolizumab o Ustekinub e più recentemente  tofacitinib, upadacitinib e filgotinib per la colite ulcerosa e risankizumab per il Crohn. La disponibilità di questi diversi farmaci permette numerosi vantaggi. Anzitutto, si va sempre più verso una terapia a misura di paziente. Inoltre, l’avvento delle piccole molecole rappresenta una svolta nell’approccio alle MICI anche dal punto di vista logistico, in quanto grazie alla somministrazione orale e a domicilio si ottiene una maggiore aderenza alla terapia. Infine, le piccole molecole, quando efficaci, danno un risultato in poche settimane. Ciò non toglie che ciascun farmaco debba essere monitorato dagli specialisti competenti e che i pazienti debbano essere sottoposti a un follow up per valutare l’andamento della terapia ed eventuali effetti collaterali”.

AUMENTANO I PAZIENTI, MA ANCHE LA CONSAPEVOLEZZA – Le nuove opportunità terapeutiche costituiscono un progresso significativo, visto che Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa sono malattie altamente invalidanti, che spesso esordiscono in età giovanile, condizionando attività scolastica, lavorativa, sociale. Si stima che in Italia colpiscano circa 250/300mila persone, ma i numeri sono in crescita: un dato probabilmente legato anche alla maggiore sensibilizzazione della popolazione e al miglioramento della capacità diagnostica. “Negli ultimi 18-24 mesi nel nostro centro c’è stato un incremento di pazienti – evidenzia Rodolfo Sacco – Negli ultimi anni l’informazione è cresciuta e i pazienti possono rivolgersi in maniera più consapevole al Medico di famiglia, che li può instradare presso i centri specialistici per visite e diagnosi precoci che evitano esiti invalidanti e interventi chirurgici. Un ruolo molto importante lo hanno anche associazioni come AMICI Italia, che ha un’ampia diffusione sul territorio nazionale e, con diverse iniziative, dà voce ai pazienti”.

DA FOGGIA ULTERIORE SLANCIO PER UNA RETE PUGLIA CONTRO LE MICI – Nell’ambito del convegno sarà messo in luce l’approccio multidisciplinare necessario per affrontare queste patologie, con il ruolo sinergico di figure come chirurgo, radiologo, anatomopatologo, nutrizionista, pediatra. L’iniziativa sarà anche l’occasione per consolidare  il progetto di una rete pugliese, a cui si sta lavorando da oltre un anno sulla base del modello siciliano. In Puglia, infatti, si stimano circa 12mila pazienti, con un incremento di 700 ogni anno: numeri considerevoli che impongono uno sforzo supplementare. “Lo scorso 30 giugno a Bari vi è stata una riunione tra tutti i centri pugliesi specializzati per il trattamento delle MICI, che adesso stanno mandando le documentazioni ai comitati etici per costituire la base di una rete regionale – sottolinea il Dott. Rodolfo Sacco – In questo modo potremo condividere dati utili per gestire meglio i pazienti e per favorire la ricerca. In attesa dell’approvazione del PDTA, recentemente una delibera della giunta regionale ha creato la rete gastroenterologica pugliese, con impostazione ovviamente più ampia rispetto alle MICI, definendo gli standard operativi delle diverse strutture e i vari modelli organizzativi. Un primo modello da replicare su un contesto più specifico”.

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