Il sindaco che il 7 ottobre, 24 ore prima di annunciare le dimissioni (protocollate poi il 12), invia una richiesta di polizza assicurativa alla società «Assicurazioni di Roma», partecipata dal Comune. Quel giorno, definito non a caso «il più lungo» per il sindaco, Marino alle nove e mezza di sera «posta» su Facebook il messaggio sulle sue note spese: «Ho deciso di regalare alla città i ventimila euro spesi in rappresentanza». Il giorno dopo, 8 ottobre, Marino capitola. Giorni tremendi, di grande tensione emotiva, quelli per i quali — ha detto ieri il cardinal Agostino Vallini — «il Signore ci chiederà conto». Eppure, proprio in quelle ore, il chirurgo dem — che si vanta spesso di poter stare «venti ore in sala operatoria» — ritrova la sua lucidità, prende la penna col famoso inchiostro verde e firma una polizza da 1.700 euro che lo copra fino a 5 milioni di eventuali danni erariali provocati all’amministrazione. Nel modulo c’è anche una domanda: «Le persone assicurande o il proponente sono a conoscenza di circostanze che potrebbero dare luogo a richieste di risarcimento?». Marino, sicuro, barra la casella «No», anche se da giorni impazza lo «scontrini-gate».