Massimiliano Latorre, il fuciliere di Marina accusato assieme al collega Salvatore Girone della morte dei due pescatori indiani, potrà restare in Italia fino al prossimo 30 aprile dopo un intervento al cuore.
Lo ha stabilito oggi la Corte suprema indiana, disinnescando nuove possibili polemiche dopo che ieri Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, aveva fatto sapere che il militare non avrebbe fatto rientro in India allo scadere della proroga del permesso, questo venerdì.
“Gli concediamo di restare in Italia fino al 30 aprile per motivi di salute”, scrivono nella sentenza tre giudici indiani.
La Corte suprema ha fissato al prossimo 13 aprile una nuova udienza nell’ambito del processo a Girone e Latorre, rimpatriato per motivi di salute nel 2014.
Girone resta intanto in India, presso l’ambasciata di New Delhi. Ieri il senatore Latorre ha detto che l’Italia è al lavoro per riportare in patria anche lui.
I due militari sono accusati di aver ucciso nel 2012 al largo del Kerala due pescatori indiani, che avrebbero scambiato per pirati, durante una missione a bordo della petroliera Enrica Lexie.
Il Tribunale del mare di Amburgo ha ordinato questa estate a Italia e India di sospendere qualsiasi forma di giurisdizione finché non si sarà pronunciato il Tribunale arbitrale istituito presso la Corte di arbitrato all’Aja, a cui le autorità italiane hanno chiesto di autorizzare i marò a restare in patria per tutta la durata della procedura arbitrale.
Proprio sulla base della decisione assunta dal Tribunale del mare, precisa una nota della Farnesina, “il governo ritiene che sia preclusa ogni decisione da parte della Corte Suprema indiana relativamente al Fuciliere Latorre e che pertanto egli possa restare in Italia per tutta la durata del procedimento arbitrale internazionale avviato dal governo il 26 giugno 2015”.
Roma ha già indennizzato le famiglie dei pescatori, pur senza riconoscere la responsabilità dei due marò.