L’Europa deve avere “un ruolo più incisivo” nella crisi ucraina.
Sul fronte energetico deve ricalibrare la risposta contro la speculazione, “insoddisfacente e inattuabile”.
E sul dossier immigrazione deve “passare dal dibattito sulla redistribuzione a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Ue”. Giorgia Meloni indica i tre nodi principali da affrontare a Bruxelles, intervenendo alla Camera in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, con un intervento incentrato sull’approccio del suo governo, che punta ad “avere più Europa in Italia, piuttosto che più Italia in Europa”.
LA SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Qualche scintilla all’inizio delle comunicazioni (cominciate con 20 minuti di ritardo rispetto al programma) quando alle lamentele di Roberto Giachetti (“Siamo trattati da camerieri”), Meloni si è giustificata: “È per il traffico. Non ho detto che è colpa di Gualtieri, poi ognuno trarrà le sue conclusioni”. E poi in coda alla replica, quando ha definito “solo propaganda” le tesi di chi dice che “la soluzione per la pace è fermarsi”. “Lo spazio di manovra per il cessate il fuoco appare oggi assai limitato ma l’Italia appoggerà in ogni caso gli sforzi in proposto” ha spiegato la premier, secondo cui due sono le vie per arrivare alla pace: la resa dell’Ucraina, “ma quella sarebbe una invasione”; o lo “stallo” sul campo, che potrebbe spingere Mosca a “venire a più miti consigli”.
Come fatto ieri nel G7, Meloni ha difeso il sostegno militare a Kiev e le sanzioni a Mosca: “Non dobbiamo consentire che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come già sta facendo con il gas e il petrolio”. Sulla crisi energetica, “siamo pronti a fare tutto quello che c’è da fare per fermare la speculazioni”, la promessa di Meloni, convinta però che “gli unici interventi davvero efficaci e risolutivi debbano arrivare dall’Ue”, che “è in ritardo su una situazione epocale”. A guidare la trattativa ora “sono i Paesi considerati non sovranisti”, ha notato Meloni, secondo cui “andare in ordine sparso, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi, se necessario a scapito degli altri”, non è solo “un’illusione”.
“Tradirebbe” l’idea di Europa “decantata in questi anni”, ha sottolineato la premier, aggiungendo che “la maggioranza” dei 27, Italia inclusa, chiede “un tetto dinamico al prezzo del gas e dell’energia”. Sul fronte interno Meloni ha rivendicato di aver messo in sicurezza la raffineria siciliana Isab-Lukoil, “uno dei tanti dossier finora irrisolti”. Da Bruxelles, Roma si aspetta “uno sforzo per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese”. Mentre sono potenzialmente “distorsivi e discriminatori” verso le aziende europee gli effetti del piano anti-inflazione varato dagli Stati Uniti. L’Italia punta anche a inserire nelle conclusioni del Consiglio europeo un segnale di condanna per le sentenze capitali in Iran: “L’uso della forza contro dimostranti pacifici, contro le donne è ingiustificabile e soprattutto inaccettabile”, ha detto la presidente del Consiglio, applaudita da tutta la Camera.