I sogni portano indietro ai ricordi, i Maroon V avevano ragione e anche ai mondiali di nuoto di Fukuoka non sono stati smentiti. Paltrinieri, Pilato, Martinenghi, la staffetta e Ceccon, giungevano tutti con un sogno in Giappone, ed eccetto quest’ultimo, sono tutti ripartiti con in mano i ricordi. Certo per Marti e Benny si prospetta un ritorno con il sorriso in faccia, non con l’oro come dopo Budapest 2022, ma con un argento e un bronzo che rendono positiva una spedizione difficile in partenza.
Una medaglia è sempre una festa
Una scelta personale quella della Pilato di non gareggiare nei 100 rana. Far compagnia alla crescita di Anita Bottazzo ed essere pronta per Doha e Parigi nel 2024, anche se i 50 non sono gara olimpica. Lei stessa probabilmente si aspettava una mondiale giapponese da non protagonista. Ruta Meilutyte a Fukuoka era ingiocabile; in due giornate ha prima eguagliato e poi abbattuto il record mondiale di Benny nella vasca singola. Per l’Italia nell’ultima giornata arriva una medaglia tanto attesa quanto insperata, si è un controsenso, ma dopo un anno complicato vedere la Pilato subito alle spalle di Lilly King sul terzo gradino del podio è sicuramente il primo passo verso la consacrazione che ci si aspetta.
Nicolò Martinenghi tra europei e Mondiali nel 2022 stava entrando nella storia della rana: campione del mondo nei 100 e argento nei 50 e doppio titolo europeo a Roma. Nell’arco di un anno tuttavia, il mondo dei ranisti è stato sconvolto dalla comparsa di un ventiquattrenne cinese che ha messo in fila tutti i numerosi contenenti ai titoli. Haiyang Qin a Fukuoka è riuscito ad inanellare una tripletta 50-100-200 più l’argento nella 4×100 mista maschile e l’oro nella 4×100 mista mista. Ha subito chiuso i discorsi per la medaglia più prestigiosa e se ciò non fosse chiaro il cinese ha anche stabilito il record del mondo dei 200. La concorrenza era numerosa e talentuosissima, ma Nick è riuscito a razionalizzare la supremazia del nuovo arrivato restando ancorato ai suoi rivali precedenti, il risultato è un argento condiviso con Kamminga e Fink.
A Budapest il bronzo della 4×100 stile libero era stato quasi oscurato dagli altri clamorosi risultati. A Fukuoka detenevano il titolo di campioni europei, Miressi-Ceccon-Zazzeri-Frigo scendevano in acqua consapevoli di poter migliorare la prestazione e la posizione rispetto ad un anno fa e così è stato. Gli USA senza Caleb Dressel dovevano affrontare una fase di transizione, il campione vincitore negli anni scorsi di 15 ori mondiali non è riuscito a superare lo sbarramento dei trials americani -Come Michael Andrew e Claire Curzan- e il ridimensionamento appariva inevitabile. Battere l’Australia non sembrava possibile, ma ciò non è accaduto solo grazie ad una prestazione irreale di Kyle Chalmers: Italia d’argento per meno di mezzo secondo. Sono prestazioni da festeggiare e conservare perché una medaglia mondiale rimane sempre un successo.
Ceccon capitano del nuoto italiano, Greg in crisi
Tre medaglie a Budapest, tre medaglie a Fukuoka: bilanciamento perfetto o quasi. Cambia la staffetta, l’oro nella 4×100 misti in Ungheria è stato qualcosa di storico, il record del mondo nei 100 dorso qualcosa di irripetibile e il bronzo già citato nella 4×100 stile era una piacevole aggiunta al bottino clamoroso di Budapest 2022. In Giappone manca un oro, che si trasforma in argento e si aggiunge un titolo mondiale con tanto di record nazionale. Nei 50 farfalla Thomas Ceccon succede a Caleb Dressel( il podio del 2022 Dressel-Santos-Andrew era interamente assente), il suo oro lo porta a casa e lo sfiora nei 100 dorso, battuto da Ryan Murphy per 5 centesimi. Ad oggi il simbolo del nuoto italiano è lui.
L’eliminazione della 4×100 mista maschile è sicuramente una grande delusione di questi mondiali giapponesi. È più complicato stabilire se si debba parlare di delusione per Gregorio Paltrinieri: simbolo del nuoto, di fondo e in vasca, padrone italiano indiscusso delle lunghe distanze. Ha iniziato nelle acque salate davanti a Fukuoka con un quinto posto nella 10 km diventato poi argento nella 5 km. Risultati altalenanti, ma l’oro da grande protagonista nella gara a squadre sembra aver riportato Greg al centro della spedizione, la vasca ha smentito ogni cosa. Ultimo negli 800 e rinuncia nei 1500. Hafnaoui si prende entrambe le medaglie d’oro e anche Bobby Finke ha la certezza del doppio podio, per Paltrinieri inizia una fase di riflessione che rischia di portarlo all’abbandono della vasca, speriamo non prima di Parigi 2024. Ad evitare le delusioni si ritrova invece Simona Quadarella: come per Martinenghi il primo posto era già assegnato in partenza, Katie Ledecky è sempre imbattibile e sembra poter rimanere tale ancora a lungo (attenzione però ai 400 stile in cui è stata sconfitta da Ariarne Titmus con record del mondo). Simona ha vinto un argento nei 1500 e la medaglia negli 800 non è stata così lontana, anche lei tornerà in Italia con il sorriso.
Forse si può parlare del mondiale delle delusioni italiane, ma eravamo consapevoli di non poter replicare il risultato magico di Budapest 2022. Ricordiamoci oltretutto da dove eravamo partiti, nel 2015- sempre a Budapest- solo Paltrinieri vinse il titolo mondiale, rispetto a quell’edizione abbiamo un argento in più, sembra poco, ma il tempo è dalla parte dell’Italia. Benedetta Pilato, 18 anni, Anita Bottazzo, 19, Simone Cerasuolo, 20, gli stessi Ceccon 22 e Martinenghi, 23, hanno tutti una lunga carriera davanti: il nuoto italiano è in buone mani. Intanto, Federica Pellegrini ha perso il suo amatissimo record del mondo, Mollie O’Callaghan glielo ha tolto nei 200 stile. Mentre si conferma il talento di Summer McIntosh e delude la stellina David Popovici, la stessa sorte di Fede è stata inflitta a Michael Phelps che non avrà più il suo nome tra la serie di primati mondiali ancora imbattuti. Leon Marchand ha preso la sua eredità confermandosi la nuova stella universale del nuoto, dopo aver stabilito il tempo di 4’02”50 nei 400 misti si può iniziare a chiamare- con il dovuto rispetto- lo squalo di Tolosa.