di Stefania Paradiso
IQ. 09/10/2013 – Sabato 5 ottobre 2013, dalle 11, sono iniziate le prevendite per il nuovo tour di Ligabue, Mondovisione Tour 2014.
Per i fan e non solo è stata una gradita quanto attesa notizia.
Tutti in fila per comprare i biglietti? Tutti in fila proprio no: si possono acquistare anche on line e per i diversamente abili si deve chiamare ad un numero riservato.
La Fepgroup, società organizzatrice dell’evento, ha diramato un comunicato dove vengono elencate le modalità di prenotazione.
Per la tappa romana del 30 maggio 2014 “I biglietti dovranno essere prenotati telefonicamente al numero 06/20382934 previa verifica della disponibilità. Il costo del biglietto sarà comunicato direttamente dall’operatore telefonico.
Accertata la disponibilità, sarà necessario a cura del diversamente abile inviare la documentazione che attesti la disabilità al numero di fax 06/20382941:
• Evento e data al quale si desidera partecipare;
• Nome e cognome del Disabile e dell’accompagnatore Se è in carrozzina o Deambulante;
• Numero telefonico di riferimento;
• Certificato di disabilità che attesti il diritto all’accompagno;
Il biglietto potrà essere ritirato e pagato presso la biglietteria solo la sera stessa dello show a partire da due ore prima dell’inizio”.
Fin qui è tutto regolare e quasi funzionante.
Il problema nasce quando, lunedì 7 ottobre, chiamando per prenotare un biglietto, alle mie rimostranze sul fornire un nome dell’accompagnatore, visti i tempi così lunghi, una persona scortese mi risponde che io sono libera di non fornire nominativi ma, la sera del concerto, non mi viene garantita la sua entrata.
Invio il fax con la documentazione richiesta e invio anche una mail e un messaggio su Facebook alla Fepgroup scrivendo, a mio parere, la totale discriminazione, abuso e sopruso che tale richiesta implica.
La società non risponde e lo fa solo il giorno dopo, ad una mia successiva mail e messaggio su Fb, quando minaccio di dichiarare a tutti i giornali tale accaduto.
Prontamente mi chiama un’addetta della società alla quale tento di spiegare l’accaduto. Dichiara di occuparsi da sempre di eventi che hanno anche a che fare con la presenza di disabili e che tale fatto, oltre ad essere legale, è motivato dal prezzo inferiore del biglietto (29 euro circa per il disabile e gratuito per l’accompagnatore).
Io le ripeto che trovo giusto, logico e sacrosanto sapere se si è in carrozzina o no, ma trovo completamente limitativo ed inutile fornire il nome di una persona che per ovvi e imprevedibili motivi, potrebbe variare anche poco prima dell’evento.
L’addetta mi risponde che le battaglie di principio non si fanno per un concerto e di presentarmi con chi voglio la sera del concerto.
Invece è anche delle e nelle piccole cose che si fanno battaglie.
Di certo non è il biglietto di un concerto che stana i furbi e falsi invalidi (motivazione fornitami quando ho chiesto perchè era così importante lasciare il nominativo di un accompagnatore).
Nessuno ha chiesto un biglietto gratuito se per far entrare un accompagnatore bisogna sottostare a tale obbligo.
Nessuno si sognerebbe di chiedere a un normodotato da chi si farà accompagnare né egli è obbligato a stare nell’unico posto riservato.
Sottolineo la completa tranquillità e disponibilità a dare dati riguardanti il disabile al fine di meglio organizzare l’accesso e l’evento, ma non sopporto il finto buonismo e l’obbligo a fornire dati non necessari a fini logistici.
Un disabile non può decidere di vedere un concerto con un gruppo di amici perchè l’accompagnatore deve essere unico. Nella maggior parte delle strutture non può decidere la fila e il posto perchè non sono accessibili. Potrà almeno decidere liberamente con chi andare senza ogni volta farlo diventare un problema?
La maggior parte delle persone disabili provano a vivere normalmente. Se però si continuano a mettere paletti e limitazioni e si può comunicare con addetti vari solo dopo minacce di denuncia e scandali mediatici, la normalità diventa un concetto astratto e molto molto lontano.