Natasha Kampusch. Vi dice qualcosa questo nome? E’ la ragazza austriaca rapita da un maniaco a 10 anni e liberata dopo otto anni, nel 2006. Una delle storie di cronaca nera più brutte dell’ultimo decennio diventa, ora, un film. “3096 giorni”, questo il titolo della pellicola, di Sherry Hormann, uscirà in Germania a fine febbraio. Il film non è nemmeno uscito e già si sono scatenate le polemiche.
Natasha non avrebbe voluto le scene di sesso e di violenza ma alla fine ha acconsentito perché, essendo state messe a verbale, erano fatti di dominio pubblico. Due le attrici per il ruolo: Amelia Piddington per interpretare Natasha da bambina e Antonia Campbell – Hughes per l’adulta. Le scene riportano il dramma in tutti i suoi aspetti. Si vedono le scene di violenza, Natasha legata mentre il maniaco ne abusa, la bambina lasciata senza cibo o acqua, i regali che ogni tanto quest’uomo le portava. In un’intervista su Bild Natasha Kampusch ha detto di non essere infastidita da questo film e che, anzi, il rivivere l’incubo è una sorta di catarsi che l’aiuta a liberarsi e a stare meglio. Senza nulla togliere alla regista e al fatto che Natasha rivedendosi stia meglio, è pur vero che raccontare storie così brutte non lascia indifferente nessuno. Abbiamo letto e sentito tanto su questa storia. Abbiamo solo potuto immaginare la sofferenza e il danno creato a questa bambina strappata ai sui genitori e cresciuta con un maniaco. Il film cos’altro potrà aggiungere a quanto già conosciamo?