La presa degli ostaggi è dunque l’inaspettato seguito dell’assassinio a Kuala Lumpur di Kim Jong-nam. I servizi Usa e sudcoreani accusano il regime del Nord: è stato il dittatore a volere l’avvelenamento del fratellastro finora protetto dalla Cina e candidato a sostituirlo nell’eventualità per la verità remotissima di un colpo di stato. Le indagini della polizia malese hanno subito puntato l’indice sui nordcoreani che si sarebbero mossi dietro le quinte: senza accusare formalmente Pyongyang di niente, e incriminando per ora solo la donna vietnamita e quella indonesiana che all’aeroporto hanno avvelenato l’altro Kim, gli investigatori vogliono interrogare tre uomini che si proteggono all’interno dell’ambasciata della Corea del Nord a Kuala Lumpur. Da lì è cominciata un’escalation che ha portato prima all’espulsione reciproca degli ambasciatori e adesso alla presa dei cittadini malesi praticamente in ostaggio.