Il governo ha licenziato una Manovra che ha come corollario “da novanta” l’abolizione di Equitalia e numerosi interventi sul fronte fiscale. Il recupero dall’evasione è centrale per l’equilibrio dei conti pubblici, e l’andamento certificato dalla nota di aggiornamento del Def è positivo con una stima di oltre 12 miliardi di recupero “permanente” nel corso del 2016. Eppure ci sono ben 88,1 miliardi, oltre tre volte l’entità della legge di Bilancio (27 miliardi) varata ieri dal governo, di entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014.
E’ questo l’ammontare del cosiddetto “gap” relativo a Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap: la distanza tra quanto lo Stato avrebbe incassato se tutti i contribuenti avessero versato il dovuto, e quanto invece è affluito effettivamente nei forzieri pubblici. E’ una stima contenuta nella Relazione sull’evasione fiscale e sull’economia sommersa predisposta dalla Commissione istituita con decreto del ministro dell’Economia, presieduta da Enrico Giovannini e composta dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, nonché da soggetti provenienti dal mondo accademico e istituzionale.