Dalle prime ore di ieri mattina 300 agenti della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale hanno eseguito -sul territorio- una vasta operazione di p.g. coordinata dalla Procura della Repubblica di Prato in pregiudizio di un sodalizio criminale, composto da italiani e cinesi che, attraverso la complicità di una funzionaria di Stato Civile addetta alle certificazioni di residenza, rilasciava illecitamente iscrizioni all’Anagrafe Comunale di cittadini stranieri di etnia cinese i quali corrispondevano denaro ed altre utilità in cambio dei “favori”.
L’indagine parte da un controllo interno di un Dirigente comunale, responsabile dell’Ufficio Anagrafe, il quale denunciava i comportamenti “anomali” di una dipendente addetta allo sportello.
Da qui sono scattate le attività di p. g., attraverso riscontri interni al Comune di Prato ad opera della Polizia Municipale, e lo sviluppo di indagini tecniche da parte della Guardia di Finanza, che hanno consentito di individuare un gruppo criminale italo-cinese che sfruttava questo canale fornito dalla “dipendente infedele dell’Anagrafe” per gestire in modo sistematico e completamente inquinato l’affare delle residenze false, richieste da stranieri della comunità cinese da poco arrivati in Italia.
Sostanzialmente, dall’indagine è emerso che:
cinesi neo-arrivati sul territorio dello Stato (nel corso dell’indagine ne sono stati individuati circa 300) si rivolgevano a 7 connazionali, intermediari-collettori, fornendo loro passaporti e permessi di soggiorno e pagando tangenti da 600 a 1.500 euro, necessari per procedere all’iscrizione all’Anagrafe comunale di Prato;
i 7 cinesi canalizzavano le richieste alla promotrice-capo dell’associazione, una ex dipendente comunale la quale, aiutata dai figli, incaricava O.A., Ufficiale dell’Anagrafe del Comune, di accettare le domande così come presentate;
la dipendente comunale evitava sia di attivare la Polizia Municipale, per i controlli sulla effettività della dimora, sia di far firmare, in tempo reale, le dichiarazioni di residenza presentate, vista l’assenza dei richiedenti all’atto dell’iscrizione, utilizzando indirizzi di comodo (anche 10 persone per ogni recapito ufficiale) e rilasciando certificazioni e carte di identità ai cinesi neo-pratesi;
con questo sistema, in circa 8 mesi, l’organizzazione ha realizzato guadagni illeciti stimati tra i 180.000 € ed i € 450.000, ripartiti in prevalenza tra la promotrice, l’amica – dipendente comunale infedele ed i 7 collettori – intermediari cinesi.
Ieri mattina, 80 pattuglie hanno disarticolato l’organizzazione criminale dei “falsi residenti”, dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emanata dal GIP del Tribunale di Prato nei confronti di undici persone.
Contemporaneamente sono state effettuate perquisizioni personali e domiciliari nei confronti dei 300 cinesi falsi residenti, anche al fine di vagliare la loro posizione lavorativa e/o imprenditoriale ed i titoli di legittimazione a permanere sul territorio dello Stato.