“La gioia più grande è quella che non era attesa” lo affermava Sofocle, a testimonianza del fatto che l’emozione della sorpresa era ben conosciuta fin dai tempi in cui le Olimpiadi venivano disputate in Grecia e si confondevano tra i vari giochi panellenici (Pitici, Istmici, Nemei ecc…). Secoli, anzi millenni dopo ci ritroviamo a commentare delle Olimpiadi profondamente diverse da quelle pensate dagli antichi greci, ma in grado di suscitare le stesse emozioni e le stesse sorprese. Quello di Chiara Consonni e Vittoria Guazzini è un oro per l’Italia che va al di fuori di ogni pronostico; le speranze di sentire l’inno di Mameli nel velodromo parigino, tre anni dopo quanto accaduto (senza pubblico) in quello nipponico per il quartetto, erano pressoché archiviate quando l’Australia ha stabilito il record mondiale nell’inseguimento a squadre, proprio contro i nostri campioni uscenti. Incredibile dictu ieri pomeriggio al velodromo Saint-Quentin-en-Yvelines la bandiera che sventolava più alta delle altre è quella con il tricolore italiano perché a stappare lo champagne dell’oro sono state Vittoria Guazzini e Chiara Consonni.
Consonni-Guazzini, l’oro nella Madison: il più inatteso
Delle undici medaglie d’oro di Parigi 2024, quello arrivato nella Madison potrebbe essere il più sorprendente di tutti. Certo è che, nella giornata della pioggia di medaglie (1 oro, 1 argento, 4 bronzi e 5 dolorosi legni) non poteva mancare il metallo più prezioso, ci hanno pensato Guazzini e Consonni. “Come un tuono, sei arrivato senza preavviso” risuona costantemente uno dei tormentoni di questa estate 2024, e in effetti potrebbe essere la giusta canzone da associare alla vittoria delle pistard azzurre. 11 ori, migliorato Tokyo nella maniera più inattesa, in un pomeriggio parigino che sembrava scorrere inserovabile verso le speranze serali dell’atletica, un pomeriggio in cui andava smaltita la delusione dei 4 (fino a quel momento, poi diventati 5) legni della giornata. Acerenza, Pellacani, Pianosi, Italvolley e alla fine la 4×100, serviva una scossa, serviva un tuono, appunto, per far ricordare questo 9 agosto come una giornata di trionfi. “Non ho parole” è rimasta sorpresa anche Chiara Consonni, lei che tre anni fa anche ha festeggiato in casa un titolo olimpico, ma quello del fratello Simone. La venticinquenne bergamasca, ispirata forse da quanto accaduto a Tokyo al quartetto, è riuscita a portare alla famiglia Consonni un secondo trionfo, quel che avrebbe voluto fare Asia D’Amato senza l’infortunio (la sorella Alice è l’oro della trave) e quel che è capitato alle sorelle Fox. Una storia simile a quella dei Consonni; australiane, Jessica pluricampionessa nella canoa slalom si è gettata in acqua ad abbracciarla quando ha visto vincere l’oro alla sorella Noemie in questa stessa olimpiade. Salita in bicicletta per imitare il fratello maggiore Chiara, è una star sia su pista che in strada avendo vinto tre tappe al Giro d’Italia, una Volta a la comunitat Valenciana e un Attraverso le Fiandre, oltre ai mondiali dell’inseguimento a squadre 2022 proprio nel velodromo di Saint-Quentin. Di quel quartetto faceva parte anche Vittoria Guazzini che nello stesso anno ha aggiunto anche una medaglia d’oro ai mondiali su strada in Australia, nella cronometro per under 23. Se non avesse trovato la sua strada nel ciclismo avrebbe tentato la carriera musicale: suonava la chitarra in un gruppo chiamato Go Home. La passione per la musica traspare dal suo profilo Instagram dove si possono ascoltare le sue performance sia alla chitarra (Wish You where here dei Pink Floyd, varie canoni di James Blunt, Snow dei Red Hot Chili Peppers) sia al pianoforte (Someone Like You di Adele). Per celebrare la medaliga d’oro ha caricato una storia del video in cui alza le braccia al cielo, in sottofondo i Rolling Stones. E’ la nostra rockstar dei Giochi Olimpici.
