Ipotesi del governo – La proposta del governo, al vaglio dei sindacati in vista dell’incontro del 23 giugno, prevede l’anticipo finanziario della pensione netta per gli anni che mancano alla pensione di vecchiaia. Non si tratta di una penalizzazione sull’importo di pensione ma di una rata di ammortamento del prestito rimborsabile in 20 anni con la copertura assicurativa e una detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato “per alcuni soggetti più deboli e meritevoli di tutela”. Ci sarebbe inoltre un costo diverso per chi perde il lavoro prima di raggiungere i requisiti per l’accesso alla pensione e per chi decide di lasciare spontaneamente l’impiego.
L’Inps gestirà l’interazione banche-lavoratori – L’Inps sarà il front-office dell’anticipo pensionistico, creando il rapporto con gli enti finanziari che erogheranno l’anticipo netto della pensione ai lavoratori che certificheranno la richiesta di pensionamento anticipato.
Nannicini: “La rata del prestito protrebbe arrivare al 15%” – “La rata del prestito pensionistico per chi dovesse anticipare volontariamente l’uscita dal lavoro di 3 anni rispetto all’età di vecchiaia potrebbe arrivare al 15% della pensione per i vent’anni nei quali si ripaga il prestito”, ha poi spiegato Nannicini rispondendo ai cronisti su quale possa essere la rata massima per l’anticipo della pensione. “Naturalmente la penalizzazione sulla pensione sarà molto più bassa per chi ha perso il lavoro”, ha ribadito.