Sarebbe questo l’orientamento prevalente nel governo, in vista del nuovo Dpcm con le misure anti contagio da Covid in vigore dal 4 dicembre per tutto il periodo delle feste natalizie. Nel vertice di venerdì notte Conte e i capi delegazione non hanno preso una decisione finale: “La discussione sulla scuola è ancora aperta”, viene spiegato, anche perché l’ipotesi sul tavolo non è l’unica. Per parte della maggioranza i ragazzi delle superiori dovrebbero tornare in classe solo all’inizio del nuovo anno, dopo le festività, ma nel governo si discute anche per una riduzione graduale della didattica a distanza per i liceali già da dicembre, forse dal 14. Ipotesi caldeggiata in particolare da M5s e Iv. L’orientamento prevalente però è quello di riportare tutti in classe, nelle zone gialle, non prima del 7 gennaio. Ma nelle aree a più basso contagio, dove ad oggi per le superiori c’è didattica a distanza al 100%, gli studenti potrebbero gradualmente rientrare in classe già dalla metà di dicembre, magari riducendo la percentuale della Dad. Il confronto è aperto in vista del varo del nuovo dpcm: tutte le scelte, viene sottolineato, sia quelle su dicembre che quelle su gennaio, dipenderanno dai dati del contagio.
E ancora, tra le regole che potrebbero essere inserite nel prossimo decreto: coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi anche a Natale e Santo Stefano. Via libera poi alla mobilità interregionale per chi torna nei comuni di residenza e messe natalizie anticipate.
Intanto, si va verso un’Italia “monocolore”, ovvero un’unica zona gialla ma “rafforzata” per limitare gli spostamenti fra le Regioni. Intanto, in base ai dati del monitoraggio settimanale dell’epidemia, cinque Regioni hanno cambiato colore: da domani (domenica 29 novembre) Lombardia, Piemonte e Calabria diventano arancioni, mentre Liguria e Sicilia diventano gialle.