IQ. 02/03/2013 – Per il “Progettone futuro” la Provincia Autonoma di Trento è, ad oggi, bocciata in pari opportunità dalla UILA UIL del Trentino: spieghino gli esperti, del Servizio Lavoro e del Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale della PAT, che la riforma stanno per attivare, in maniera carbonara, e senza consultare, in alcun modo, le categorie sindacali firmatarie del contratto (FAI-FLAI e UILA del Trentino) come potrà essere parimenti garantita una donna, per i requisiti d’accesso al Progettone, se dovrà avere un’età anagrafica, al momento del licenziamento, di almeno 49 anni (per le donne) e 53 per gli uomini, e dunque apparentemente favorita se donna, ma poi avere, al momento del licenziamento, un’anzianità contributiva minima di 15 anni ed avere al momento della presentazione della domanda di accesso un numero di anni mancanti per la maturazione dei requisiti minimi per il pensionamento non superiore a 10 (oltre ad avere una situazione economica del nucleo famigliare come risultante da indicatore ICEF inferiore al coefficiente che verrà stabilito dal Comitato per la mobilità).
Ci auguriamo che, riaperti i primi cantieri di lavoro, l’Assessore al Lavoro, Alberto Pacher, si ricordi che la riforma degli ammortizzatori sociali, in salsa autonomista, sta partendo con il piede sbagliato, e proprio in danno delle ultime fra gli ultimi, le donne del Progettone, e convochi, urgentemente, le categorie a un tavolo tecnico con la cooperazione trentina, prima di varare riforme che assomigliano ad anatre zoppe.
Giovanni Galluccio
noi siamo a casa da ottobre 2012 e non più riassunti per anno in corso.ultracinquantenni,ci chiediamo..ci tocca vendere un rene perchè possa ancora darci lavoro semestrale il Progettone? siamo senza paga e senza contributi pensionistici,oramai in uno stato di indigenza,ridotti all’osso per quanto riguarda lo stretto necessario per vivere. ,in primis gli alimenti che mancano sempre di più sulle nostre tavole..ex dipendenti reti ciclabili fiemme/fassa