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Ragazze d’Oro, Parigi 2024 è storia per il tennis: Errani Paolini vincono il doppio

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giovedì, Novembre 21, 2024

Finale d’oro e anno d’oro, coincidenze che vanno vissute insieme e con quel metallo pregiato al collo. Jasmine Paolini e Sara Errani sono campionesse olimpiche di doppio femminile, le prime italiane della storia a salire sul gradino più alto del podio a Cinque Cerchi. Loro negli annali del tennis italiano ci erano già entrate con la vittoria agli internazionali e la finale al Roland Garros, inoltre Sara è anche l’ultima rappresentante della generazione d’oro che adesso forse dovrà iniziare a cambiare nome perché la medaglia più pregiata non è mai stata al collo delle campionesse degli anni 2010 (Schiavone, Vinci, Pennetta ecc). Adesso la Errani diventa il simbolo dei successi di ieri e di oggi, completando il career Golden slam del doppio, ossia il successo di tutti gli slam e appunto alle Olimpiadi nell’arco dell’intera carriera. Un trionfo, non c’è altro modo per descriverlo che peraltro arriva verso la fine dell’avventura di Sarita sui campi da tennis (il ritiro non è annunciato, ma superati i 37 anni è difficile immaginarsi ancora molte stagioni in campo)

Sara Errani e Jasmine Paolini

Ci vorrebbe un’amica

Tre successi in Fed Cup, cinque negli Slam in doppio, una finale al Roland Garros, il quinto posto come best ranking in singolare e il primo con il duo formato insieme a Roberta Vinci (che ha commentato per Eurosport l’ultimo atto). Un palmares invidiabile, al quale mancava fino a ieri il titolo più agognato; “Per me una medaglia olimpica è anche al di sopra di uno slam” ha affermato la Errani in passato. Tuttavia, quel sogno a cinque cerchi sembrava destinato a trmontare insieme alla sua carriera, condizionata dal ritiro di Roberta e anche dall’emergere del disturbo yips che non le permette di servire al meglio e spesso la obbliga alla battuta dal baso, in stile Bulbik se volgiamo -Ricordando però che quello della Errani non è un gesto di scherno verso l’avversario volto ad accalappiare applausi come nel caso del kazako, bensì una scelta obbligata-. A Londra Errani/Vinci si fermarono ai quarti contro le Williams, mentre a Rio, sempre ai quarti furono le ceche Safarova/Strycova ad infrangere le ambizioni di Sarita. A quel punto “Ci vorrebbe un’amica” parafrasando Venditti, per tornare a rincorrere le Olimpiadi, per prolungare la sua carriera di vertice e Sara quell’amica l’ha trovata in Jasmine Paolini. Insieme hanno tentato un primo assalto alla medaglia olimpica, fallendo miseramente a Tokyo, ko al secondo turno. Poi è stata la stessa Errani a chiedere a Jas, durante il Roland Garros 2023, di intraprendere la missione Parigi 2024. Renzo Furlan, allenatore della finalista di Wimbledon, aveva spinto per acconsentire al progetto olimpico e adesso è stata la Paolini a ringraziare Sarita per aver avuto l’idea di giocare con lei.

Errani Paolini ph Ascanio Antolini Ossi

A differenza di altre doppista, il duo Sarasmine (se così lo si può chiamare) non gioca insieme da tantissimo tempo, ma in coppia sul campo si capiscono alla perfezione. “Se servo sul match point vado dal basso, vedrai che rifarà una smorzata” aveva anticipato Sara a Jas prima della semifinale con Muchova/Noskova, è andata esattamente così come da previsioni. Le due sono giocatrici complementari, caratterialmente e tatticamente; Sara a rete è ancora infallibile, non sbaglia mai una volèe, mentre Jasmine dal fondo martella con potenza ogni loro avversaria. Un po’ il contrario di quel che accadeva tra Errani e Vinci (quando era Roberta a giocare principalmente sotto rete). Un doppio riscatto: Jasmine Paolini, dopo la finale di Wimbledon e quella del Roland Garros era candidata alla medaglia in singolare, l’intero team Italia contava su di lei quantomeno per un argento (Swiatek sembrava imbattibile) e invece con Schmiedlova ogni speranza era andata in frantumi. Jas non ha avuto neanche il tempo di elaborare la bruciante delusione che si è trovata già richiamata in campo, lo stesso giorno insieme a Sara (che il giorno successivo sarebbe uscita dal tabellone del doppio misto con Vavassori). Insieme hanno trovato la forza di smaltire le sconfitte, di liberare la mente e riportare una medaglia nel tennis in Italia dopo… un giorno. Sì perché Lorenzo Musetti, per questioni di calendario, con il bronzo nel singolare maschile ha bruciato i tempi ed è diventato lui il primo azzurro a salire su un podio olimpico a distanza di un secolo da Uberto De Morpurgo: il tennis italiano oggi brilla anche tra il bagliore del Sacro Fuoco di Olimpia.

Lorenzo Musetti, Uberto de Morpurgo

Errani/Paolini campionesse Olimpiche: il racconto della finale

Le Olimpiadi sono un torneo particolare, ci si possono sempre aspettare vincitori a sorpresa. Tuttavia, a Parigi questa massima non sembra funzionare. Il singolare maschile è andato a Novak Djokovic, il più vincente per numeri slam della storia; tra le ragazze il titolo l’ha vinto la numero 7 al mondo, finalista agli Australian Open Qinwen Zheng; Ebden/Peers campioni di doppio misto maschile sono specialisti del gioco con 4 tennisti sul campo e la Siniakova, che si è ricoperta d’oro nel doppio misto insieme al fidanzato Machac, è stata numero uno con Krejcikova. Errani Paolini neanche sono una sorpresa. Dopo la finale qui a Parigi non potevano che essere le favorite quando scendevano in campo con coppie improvvisate come le ceche della semifinale o le russe della finale che comunque le hanno spaventata e non poco. Andreeva e Shnaider erano alla prima esperienza insieme, sono giovanissime hanno poca esperienza e di conseguenza la giusta spensieratezza: in finale per l’oro non avevano nulla da perdere. Nel primo set si è vista l’importanza di poter giocare a mente libera, 6-2, e anche Sara lo ha sottolineato “Nel corso del primo set c’era un po’ i tensione, quindi ci siamo dette di godercela un po e divertirci, quello è fondamentale e infatti abbiamo iniziato a giocare molto meglio”. Le nostre hanno liberato la mente decidendo che era giunto il momento di divertirsi e farci divertire. Sara ha riservato ad Andreeva una lezione sugli smash (la baby russa ha solo 17 anni, sicuramente il talento c’è, la giocatrice si farà) portando rapidamente le Sarasmine avanti di due break, così si sono garantite il super tie break. Le ragazze d’oro hanno vinto il punto idilliaco dell’8-5, poi un ultimo brivido ha percorso l’Italia riportando le russe sull’8-7. Alla fine le avversarie che hanno giocato senza bandiera per le note vicende internazionali, hanno sbagliato, due volte, quel che è sufficiente per consegnare alle Sarasmine il titolo più bello che possa esistere: l’oro olimpico.

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