CIAO CREMINO, OGGI COME ALLORA
‘LOTTA POPOLARE’
in un corteo silenzioso, come avvolto in una nube, che attraversò un pezzo difficile di Roma 40 anni fa, io e tanti ragazzi di allora, scoprimmo che la destra popolare e sociale non era l’immagine retorica buona per qualche tribuna elettorale, ma un corpo pulsante unito alle periferie della società. Mario Zicchieri, ribattezzato Cremino per la sua carnagione, fece proiettare nell’immaginario una presenza territoriale che già allora cercava di essere post-ideologica con la sigla “MSI Lotta Popolare” e lo slogan suggestivo e utopistico “Né destra né sinistra: no al carovita”.
Nella sede fuori dalla quale fu abbattuto con un fucile a canne mozze c’erano biliardini e libri, nel desiderio di essere luogo di ritrovo e aggregazione prima ancora che bunker di parte. Argomenti e metodi impetuosi che pretendevano di rompere lo scontro tra giovani e idee in un’epoca nella quale era forse impossibile riuscirci. Argomenti e metodi che siano oggi di monito per chi si rifugia nei luoghi sicuri della fazione, timoroso di affrontare il mare aperto, di anteporre la comunità all’ideologia.