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Rapporto Dialisi e Trapianto Lazio

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dializzatiIQ26/12/2012 – Nel corso del 2011 nella regione sono stati attivi 91 centri dialisi: 54 pubblici (comprensivi di 20 UDD e 1 CAL) e 37 a gestione privata (compreso un centro non accreditato). Dal 1994 è aumentata l’offerta dei centri pubblici passando dal 36,3% dei pazienti in carico al 58,9% nel 2011.

Nel 2011, rispetto al 2010, si è registrato un incremento del tasso di prevalenza di persone in dialisi per milione di abitanti (pmp), passato da 807 a 810 e un decremento del tasso di incidenza (da 167 a 161). Si è assistito ad un rapido cambiamento della struttura per età della popolazione in trattamento dialitico. Dal 1994 al 2011, la quota di persone con età >74 anni è passata dal 13,1% al 36,3% fra i prevalenti, e dal 16,6% al 37,7% fra gli incidenti. L’importanza, anche numerica, delle persone di età molto avanzata, indica un sostanziale cambiamento nella tipologia e complessità della domanda assistenziale che deve coniugarsi a una offerta sempre maggiore di programmi assistenziali integrati soprattutto di tipo riabilitativo.

Fra i prevalenti, la proporzione di soggetti positivi per HBsAg (indicatore di infezione da virus dell’epatite B), dopo una costante diminuzione dal 1994 (5,4%) al 2006 (2,3%), ha fatto registrare un incremento negli anni successivi, fino a raggiungere nel 2009 lo stesso valore degli anni 2000-2001 (2,9%). Nel corso dell’ultimo anno 2011 la percentuale di HBsAg positivi è, tuttavia, diminuita raggiungendo lo stesso valore del 2005 (2,4%) . In termini assoluti, nel 2011 si sono registrate 113 persone HBsAg positive. Si ricorda che l’offerta di posti dialisi dedicati a pazienti HBsAg positivi è pari a 167. La percentuale di HCV positivi tra i prevalenti è diminuita costantemente dal 33,6% nel 1994 al valore minimo dell’7,6% registrato nel 2011. Invece, tra gli incidenti, dopo un periodo di complessiva tendenza al decremento dal 12,9% del 1994 al 4,3% del 2007, si è registrato un incremento fino al 5,2% del 2009, seguito da una diminuzione nel 2011 (4,1%).

All’indagine di prevalenza del 31 dicembre 2011, il 16,9% dei soggetti prevalenti suscettibili all’infezione da virus dell’epatite B (definiti come persone contemporaneamente HBsAg e antiHBs negative e non antiHBc-Igtotali positive) risultava non essere stato ancora vaccinato, con un decremento rispetto al dato del 2010 (18,9%).

La percentuale di non vaccinati, dopo un sensibile decremento osservato nel biennio 2003-2004, è tornata stabilmente oltre il 15%, fino a un massimo nel 2010 (18,9%), per ridursi al 16,9% nel 2011. Tra gli incidenti, è più difficile individuare un andamento nella percentuale di suscettibili non vaccinati. La percentuale nel 2011 è stata del 49,3%, in aumento rispetto al 2010 quando aveva raggiunto il valore di 44,5%.

Fra i prevalenti, è aumentata dal 1994 al 2011 sia la quota di soggetti con nefropatia diabetica (da 8,3% a 18,3%) che quella di soggetti con diabete (da 11,4% a 26,5%). Tra gli incidenti, fino al 2000 non si osservava un andamento costante nei due gruppi; a partire dal 2001 (20,3%) si è registrato un incremento dei diabetici fino al 33,5% del 2011.

Va sottolineato che la prevalenza di emodialisi in bicarbonato e membrane molto biocompatibili, che aveva fatto registrare un costante e notevole incremento a partire dal 2003 (anno in cui si è registrata per la prima volta questa modalità di dialisi) al 2007 (35,9% nel 2003 e 64,6% nel 2007), si è sostanzialmente stabilizzata intorno al 65%, a partire dal 2007 (67,9% nel 2011). Analogamente, tra gli incidenti la percentuale di soggetti che iniziavano la dialisi in emodialisi in bicarbonato e membrane molto biocompatibili dopo un costante e notevole incremento dal 2004 (45,9%) al 2008 (78,4%) è fino al 75,9% del 2011. Relativamente all’informazione sull’accesso vascolare va rilevato un decremento costante della percentuale di fistole native tra i prevalenti nel periodo 2001-2011: da 91,9% a 78,5%.

Nello stesso periodo c’è stato un incremento costante della prevalenza di cateteri: da 6,2% del 2001 a 19,7% del 2011. Interessante notare che, tra i prevalenti, il rapporto tra persone in dialisi con fistole native e con cateteri si è ridotto da 14,8 del 2001 a 4,0 del 2011. Analogamente tra gli incidenti si è osservato un decremento della percentuale di fistole native alla prima dialisi cronica dal 2002 (76,1%) al 2011 (51,1%), con un parallelo incremento della percentuale di cateteri (dal 23,5% al 48,5%), tanto che il rapporto tra fistole native e cateteri è passato da 3,2 nel 2002 a 1,1 nel 2011. Tra i prevalenti in dialisi, il 14,6 % era stato giudicato idoneo a trapianto, mentre il 22,2% era ancora in attesa di valutazione per l’idoneità al trapianto. Il 95,7% dei pazienti giudicati idonei risultava iscritta in una lista d’attesa per il trapianto renale; di questi il 92,8% era iscritto presso un centro trapianti del Lazio.

Nel corso del 2011 sono stati notificati 131 trapianti renali offerti a residenti nel Lazio, con un lieve decremento rispetto all’anno 2010 (137), attribuibile alla riduzione dell’offerta di trapianti renali effettuati presso centri presenti nella regione Lazio (12 trapianti in meno rispetto al 2010). Non si osservano differenze significative rispetto al 2010 per quel che riguarda l’età delle persone trapiantate.

Il dato dei trapiantati residenti nel Lazio, sostanzialmente stabile rispetto al 2010, è in linea con quello nazionale del Centro Nazionale Trapianti, che segnala in Italia nel 2011 solo un lieve aumento del numero di trapianti renali rispetto al 2010 (da 1.512 a 1.539). Le principali cause di morte tra i 662 decessi notificati nel 2011 sono state quelle cardiache (7,3 decessi per 100 persone in dialisi), seguite dalle vascolari (1,7) e dalla cachessia (1,6).

Non si sono rilevate nell’intero periodo modifiche sostanziali nel tasso di mortalità per causa di morte. La causa di morte cardiaca è risultata essere la più frequente anche in termini percentuali: nel 2011 ha riguardato il 51,1% dei decessi notificati, seguita dalla causa vascolare (11,8%), dalla cachessia (11,0%), e da cause infettive (7,4%).

La sopravvivenza complessiva nella coorte dei nuovi ingressi in dialisi nel periodo 1995-2011, effettuata mediante il metodo di Kaplan-Meier, è stata pari all’85% a 1 anno dall’ingresso in dialisi, del 75% a 2 anni, del 67% a 3 anni, del 60% a 4 anni, del 54% a 5 anni e del 38% dopo 10 anni; la sopravvivenza mediana è stata di 70 mesi.

Dati Asp Lazio – Dicembre 2012

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