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Addio ad uno dei pilastri del mondo….RITA LEVI MONTALCINI

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montalciniIQ. 01/01/2013 -Ringraziamo i colleghi di Vento Nuovo per l’Articolo.

A cura di Emanuela Maritato

Addio ad uno dei pilastri del mondo….RITA LEVI MONTALCINI ……

È morta Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la Medicina nel 1986 e senatore a vita dal primo agosto 2001 “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.

Levi-Montalcini è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Aveva 103 anni.

Levi-Montalcini ha sempre affermato di sentirsi una donna libera. Cresciuta in «un mondo vittoriano, nel quale dominava la figura maschile e la donna aveva poche possibilità», ha dichiarato d’averne «risentito, poiché sapevo che le nostre capacità mentali – uomo e donna – son le stesse: abbiamo uguali possibilità e differente approccio».

Ha rinunciato per scelta a un marito e a una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza. Riguardo alla propria esperienza di donna nell’ambito scientifico, ha descritto i rapporti coi collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari, sostenendo che le donne costituiscono al pari degli uomini un immenso serbatoio di potenzialità, sebbene ancora lontane dal raggiungimento di una piena parità sociale.

La prima metà degli anni settanta l’ha vista partecipe dell’attività del Movimento di Liberazione Femminile per la regolamentazione dell’aborto.

Rita Levi-Montalcini in compagnia di Giorgio Napolitano, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Rubbia, Aaron Ciechanover e Giuseppina Tripodi in occasione del centesimo compleanno della scienziata.

Spesso attiva in campagne di interesse politico e sociale, come quelle contro le mine anti-uomo, o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società, nel 1992 istituì in memoria del padre, con la sorella gemella Paola, la Fondazione Rita Levi-Montalcini rivolta alla formazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio universitarie a giovani studentesse africane (progetto “Un convitto per le ragazze Tuareg”), con l’obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgessero un ruolo da leader nella vita scientifica e sociale del proprio paese.

Nel 1998 cofondò la sezione italiana di Green Cross International, riconosciuta dalle Nazioni Unite e presieduta da Michail Gorbačëv, di cui è consigliere[28]. Significativo l’impegno nella prevenzione dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali, con particolare riferimento alla protezione e all’accesso alle risorse idriche.

Nel 1998 si schierò a favore della fine del proibizionismo, aderendo all’appello rivolto al Segretario Generale dell’Onu con il quale si auspicava la liberalizzazione della droga ai fini di sottrarre i giovani al mercato illegale. Negli anni successivi, tuttavia, dichiarò che il consumo di droghe leggere può favorire l’accesso a droghe più forti.

Ha fatto da testimonial per due spot televisivi (i cui compensi ha devoluto in beneficenza): nel 2001 per Telecom Italia e nel 2005 per Sky Italia.

Con la vittoria de L’Unione di Romano Prodi alle elezioni politiche del 2006, la scienziata, in qualità di senatrice a vita, accordò la fiducia al governo Prodi II. In quel periodo, a causa della propria ridotta capacità visiva, rifiutò la presidenza del Senato provvisoria che le spettava per anzianità nel periodo d’elezione. In tutti gli scrutini dichiarò d’aver votato Franco Marini. Sostenne il governo Prodi fino alla sua caduta, pur senza partecipare ai lavori delle commissioni parlamentari. Per questo motivo l’ex ministro Francesco Storace la contestò ironizzando sull’età e suggerendo di fornirla di un paio di stampelle; ricevendo risposta con una lettera pubblicata dal quotidiano La Repubblica. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano censurò il giorno successivo l’intervento di Storace, scatenando un acceso dibattito sfociato in una denuncia per offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica (articolo 278 del Codice Penale) a carico di Storace.

Negli stessi giorni la Lega Nord proponeva un emendamento alla legge finanziaria per abolire e spostare alcuni stanziamenti pubblici dalla fondazione EBRI, centro di ricerca sul cervello a Roma voluto dalla scienziata,[34] in collaborazione con la Fondazione S. Lucia e dal CNR, verso la Fondazione di ricerca dell’Ospedale San Raffaele di Milano, fra i cui soci risultava Fininvest, società a capo della famiglia del leader della CdL di cui la Lega stessa faceva parte e che già con la Finanziaria 2005 aveva ricevuto 15 milioni di euro La senatrice intervenne in aula per spiegare la propria decisione di non partecipare alla votazione sull’emendamento per conflitto di interessi, affermando: «Signor Presidente, io non voterò, ma ringrazio molto quanti si rendono conto dell’attività svolta dall’istituto EBRI per la scienza italiana. Sono veramente molto grata a tutti coloro che si rendono conto di quanto stiamo facendo per la scienza, che mai è stata così utilmente portata avanti. Grazie infinite». L’emendamento della Lega Nord venne in seguito respinto a larghissima maggioranza con 173 voti contrari, 57 astenuti e 75 voti a favore.

Controverso il caso della collaborazione tra la Montalcini e l’azienda farmaceutica italiana Fidia. A partire dal 1975 la scienziata promosse il farmaco Cronassial, prodotto con cervello bovino. Tutti e tre i farmaci a base di ganglioside, dopo alcuni anni risultarono essere in grado di causare una grave sindrome neurologica (sindrome di Guillain-Barré) nonostante le prestigiose pubblicazioni scientifiche al riguardo di due luminari come Carleton Gajdusek e Julius Axelrod anche se finanziati sempre dalla stessa multinazionale. Per questa ragione l’Ufficio di Sanità tedesco non concesse il permesso nel 1983, così come anche altri Paesi lo rifiutarono o lo ritirarono dal mercato. In Italia fu vietata la vendita e diffusione del farmaco solo nel 1993 dal Ministro Raffaele Costa. Questo episodio ha portato alcuni a dubitare dell’opportunità del Nobel ricevuto dalla scienziata In seguito dichiara:

“Certo, non nascondo che mi importunava vedere talvolta il mio nome legato a quello della Fidia. Ma pensavo che fosse il prezzo da pagare, non me ne importava niente pur di avere qualch e aiuto per la ricerca. Se impediamo all’industria di aiutare il laboratorio, noi moriamo e aiuto per la ricerca. Se impediamo all’industria di aiutare il laboratorio, noi moriamo” .

Rita Levi-Montalcini è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 1º agosto del 2001.

Oltre al premio Nobel, ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti fra i quali cinque lauree honoris causa: dall’Università di Uppsala, dal Weizmann Institute di Israele, dalla Saint Mary University e dalla Constantinian University (USA), dalla Università Bocconi (Milano), dal Politecnico di Torino.

Nel 1963 è stata la prima donna scienziata a ricevere il Premio Max Weinstein, donato dallo United Cerebral Palsy Association per contributi eccezionali nel campo della ricerca neurologica. Ha ricevuto il William Thomson Wakeman Award dalla National Paraplegia Foundation (1974), il Lewis S. Rosentiel Award per il notevole lavoro nella ricerca medica dalla Brandeis University (1982), il Louisa Gross Horwitz Prize of Columbia University (1983), l’Albert Lasker Basic Medical Research Award (1986). È membro della American Academy of Arts and Sciences, la National Academy of Sciences, e della Accademia Nazionale delle Scienze.

Ha vinto inoltre il Premio internazionale Saint-Vincent e il premio Feltrinelli. Montalcini figura anche tra i membri onorari del CICAP, fin dalla sua fondazione. ed è Membro dell’Albo d’Onore della UNINTESS di Mantova.

Il 30 settembre 2009, per i suoi studi sul sistema nervoso, ha ricevuto il Wendell Krieg Lifetime Achievement Award, riconoscimento internazionale istituito dalla più antica associazione internazionale dedicata allo studio del sistema nervoso, il Cajal Club.

 

 

 

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