La marea fucsia e le polemiche da rappresentanti del governo e maggioranza.
Il giorno dopo la manifestazione di Roma che ha visto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone per dire “no” alla violenza di genere, arrivano prese di posizioni e distinguo legati alla presenza nel corteo di bandiere palestinesi e alle tensioni registrate davanti alla sede di Pro Vita dove è stata trovata anche una bottiglia con all’interno polvere pirica.
Per la ministra alle Pari opportunità, Eugenia Roccella, quella di sabato è stata “una occasione sprecata”. “Mi dispiace – afferma – che la manifestazione promossa da Non una di meno, che poteva essere una grande occasione, sia stata sprecata per motivi ideologici”. Roccella definisce “grave” l’avere inserito nella cornice dell’evento “la questione palestinese” e a suo dire “la mobilitazione delle donne non deve essere inquinata da ideologia e troppa partigianeria politica”.
Parole a cui risponde il Pd per bocca del responsabile della cultura, Sandro Rutolo. “A Roccella dico: non sporcare quanto è avvenuto ieri con una polemica così bassa. Purtroppo, le sue parole confermano che questa classe dirigente al governo non è all’altezza. C’è stata una mobilitazione in tutta Italia, piazze invase, pacifiche, per dire no alla violenza sulle donne. Anche io ero a Roma. Non ce lo meritiamo un governo così”. Dal canto suo il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, afferma che “Roccella parla di occasione rovinata perché parlavano di Palestina e Israele: per loro quando dici patriarcato dicono che sei ideologico”.
Sul tema femminicidi la ministra Roccella non ha, però, dubbi sul fatto che il caso di Giulia Cecchettin abbia “coinvolto l’opinione pubblica in maniera straordinaria” e poi “c’è evidentemente una soglia che è stata raggiunta: questa volta forse la ribellione delle donne è tornata a essere un fatto. Con il disegno di legge sulla violenza sessuale intensifichiamo la prevenzione”.
Per Anna Ascani, vicepresidente della Camera ed esponente Pd, con il ddl Roccella “è stato fatto uno sforzo da entrambe le parti, maggioranza e opposizione, ma si deve fare di più sul fronte della prevenzione. Da un lato è necessario investire di più sulla formazione delle forze dell’ordine e di chi poi deve avere a che fare con queste storie nei momenti più difficili. E, dall’altro, maggiori risorse devono essere dedicate all’educazione delle nuove generazioni”.
Il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, si dice certo che “le norme, anche le più evolute, non bastano”. Per l’esponente di Forza Italia è necessaria “la prevenzione, con percorsi formativi fin dalla più tenera età che insegnino non solo a rispettare il proprio interlocutore in tutte le sedi e in tutti i modi, ma a rispettare il valore della vita”.
Di una necessaria “rivoluzione culturale” parla, invece, Italia viva. “Le pene ci sono e sono severe – afferma la senatrice Iv, Silvia Fregolent -, ora serve una vera rivoluzione culturale che si fondi sulla prevenzione e sull’educazione, iniziando dalle scuole, dai più piccoli. Un’educazione e una formazione che devono essere estese anche alle forze dell’ordine e ai magistrati affinché supportino le donne in condizione di fragilità, con l’ascolto e l’accompagnamento alla denuncia. Ma soprattutto servono risorse”.
Fonte: ANSA.IT