Ricordiamo subito che nel 2023, il calcio italiano perse 3 finali nell’arco di poche settimane. Conference, Europa e Champions League una dietro l’altra, ma quell’insuccesso creò le basi per la vittoria del ranking nella stagione 23-24, quando poi uno di quei tornei venne vinto dall’Atalanta. In un certo senso nel tennis è andata in modo simile, con la differenza che le tre finali del Roland Garros sono state perse nell’arco di 2 giorni. Prima Jasmine Paolini, contro un’avversaria difficilmente attaccabile come Iga Swiatek, poi il doppio maschile Bolelli/Vavassori che incassano la seconda sconfitta in poche settimane contro Arevalo/Pavic e infine anche il doppio femminile con ancora la Paolini ko, in coppia con Errani, nell’ultimo atto contro Gauff/Siniakova.
Doppia delusione Paolini
Dei cinque azzurri in semifinale del Roland Garros, probabilmente quella che inizierà la stagione sull’erba con il rammarico più grande è Jasmine Paolini. Alla fine Sinner saluta Parigi con una sconfitta, ma se ne va da numero uno del mondo; allo stesso modo Sara Errani incassa un ko che le riporta fiducia e conferma la sua nuova competitività nel doppio; mentre Bolelli/Vavassori si congedano con la Ville Lumiere con la quasi certezza della qualificazione alle Finals torinesi. Jasmine, da parte sua era alla prima esperienza nel secondo weekend di uno Slam, e di due occasioni non è riuscita a sfruttarne neanche una. Come detto era impossibile con la polacca Swiatek, numero 1 del mondo incontrastata, la prima dopo Serena a completare al tripletta Madrid-Roma-Parigi nello stesso anno. Parlano la stessa lingua le due tennsite, perché la madre di Jas è polacca e ha origini ghanesi. In ogni caso ciò non ha permesso all’italiana di decifrare il linguaggio tennistico della numero 1 al mondo che le ha inflitto un pesante 6-2 6-1. Il giorno dopo un altro colpo, la sconfitta contro Siniakova e Gauff (quest’ultima aveva consegnato alla coppia azzurra il titolo agli internazionali d’italia con un doppio fallo in un momento decisivo) e anche in questa occasione senza mai essere entrate del tutto in partita. Due sconfitte sonore che hanno dato a Jasmine l’occasione di crescere e di stabilirsi al settimo posto in classifica, sarà poi la seconda metà di stagione a definire se quello del Roland Garros sia stato “L’invenzione di un sogno, un bellissimo spreco di tempo” o semplicemente “un’impresa impossible” come si legge in un testo di Jovanotti, il suo cantante preferito.
Doppio Maschile e Jannik
Che fosse la superficie meno consona alle caratteristiche di Sinner lo si sapeva. Eppure la Volpe Rossa dirà arrivederci a Parigi (il 27 luglio inizia il torneo Olimpico) con un ko in semifinale e la prima posizione al mondo, cancellando peraltro i dubbi sulla sua condizione fisica che lo avevano obbligato a saltare Roma. Pensandoci bene, l’azzurro sembrava quasi aver ritrovato quell’onnipotenza tennistica che gli aveva portato la Coppa Davis (annullando tre match point a Djokovic) e l’Open d’Australia: quando con degli atroci crampi alla mano riesci a vincere alcuni game decisivi i favori del pronostico non possono che pendere dalla tua parte, ma alla fine il talento dell’avversario ha finito per prevalere. Complice anche un errore su uno smash, che ricorda i tempi in cui Jannik era un’acerba promessa del mondo del tennis, in finale ci è andato Alcaraz vincendo due punti in meno rispetto all’altoatesino. Non è un dato che deve stupire, poiché una partita di tennis è un po’ come una tornata elettorale in quei paesi con sistemi di voto unici; pensiamo agli Stati Uniti dove il sistema dei grandi elettori fa sì che non sempre il candidato con il maggior numero di preferenze risulti poi eletto (una situazione verificatasi nel 2016). Anche qui sta la forza di Sinner che ha trasformato le aspettative del tennis italiano, trasformando una semifinale slam in un risultato abituale. Proprio da questa mentalità, come dice la stessa Jasmine Paolini, hanno tratto ispirazione gli altri alfieri del nostro tennis. Bolelli/Vavassori da quando fanno coppia fissa nei tornei di doppio (era il torneo di Halle del 2023) rientrano costantemente nei candidati per la vittoria finale e anche per loro entrare nelle fasi decisive del torneo non è più un evento straordinario. Arevalo/Pavic hanno servito la “riperdita” ai nostri azzurri che avevano dovuto salutare Roma andando ko proprio contro i numeri 5 della race. Adesso è il momento dell’erba, di una nuova superficie e di un nuovo test per Jasmine, Sara, Bole e Wave, non per Jannik (chiamato Comunque ad una conferma) che sà già di poter essere competitivo sui verdi prati di Wimbledon considerando la semifinale dello scorso anno.