di Laura Cugini. Con la partecipazione straordinaria del Dott. Mario Brozzi
IQ. 30/06/2013 – Buon pomeriggio a tutti voi cari dolcissimi amici poeti della domenica, come avrete notato, la nostra rubrica che doveva essere solo domenicale, ora viene pubblicata giornalmente e sapete perché? Ho creduto opportuno stimolarvi un pochino pubblicando ogni giorno una poesia o un sonetto del nostro “maestro” Mario Brozzi, perche’ bravi a scrivere si diventa piano piano con l’esperienza, chiaro che quando facciamo qualsiasi cosa la prima volta, la si fa liberamente, a volte senza neppure riflettere. Buona o cattiva essa sia, la facciamo. Ma è esattamente quello che é avvenuto a Brozzi scrittore; a proposito, proprio lui mi ha chiesto di non chiamarlo maestro, cosi da oggi riferendomi a Mario Brozzi, lo chiamerò DOC. Carina no? Detta tra noi, spero gli piaccia, da quando sta scrivendo il finale del suo prossimo libro, è diventato come una di quelle zitelle inacidite alle quali non si può mai rivolgere neanche un complimento perche’ lo scambiano per un insulto….Cosi mentre il nostro Doc é intento a fare la zitella inacidita, io pubblico uno dei suoi primi sonetti, ma facciamo piano, nella speranza che non ci senta…..shhhhhhhh……
VICINO A NOI C’E’ ‘N ISOLOTTO.
DOVE SE DICE CHE C’E’ STATO ‘N GRAN BOTTO.
E ALLA PORA GENTE CHE ANNAVA ‘N BANCA.
J’ADICEVANO “RIPASSA, ER SORDO MANCA”
E’ COME SE TE DICESSERO DE LA ROBBA TUA.
“O MA SEI SiCURO CHE E’ PROPIO ROBBA TUA?”.
‘NA VORTA ‘E BORSE LE RUBAVENO LI SCIPPATORI.
MA ER TEMPO CAMBIA, MO’ SE CHIAMENO “SPECULATORI”.
DE’ RESTO, NOI NUN SEMO MICA ‘N’ ISOLOTTO.
E QUA NUN S’E’ SENTITO ANCORA NESSUN BOTTO.
MA AVENNO DEPOSITATO ER NOSTRO FUTURO ‘N BANCA.
MO’ SE POTEMO ATTACCA’ TUTTI A QUA’ FUMATA BIANCA!
Come avrete notato, amici cari, questo scritto non possiamo definirlo sonetto, poiche’ non abbiamo un alternanza nelle rime, questa e’ una poesia in rima baciata, infatti i versi si alternano in AA BB, sarebbe stata alternata se il primo verso avesse fatto rima con il terzo e cosi via.
Vi scrivo ora una poesia che ha mandato la nostra amica Ilaria e con la quale ci siamo sentite varie volte poiche’ si aveva deciso che sarebbe riuscita a comporre un sonetto:
QUANDO TI SVEGLI FELICE.
MA NON SAI PERCHE’.
TUTTO IL MONDO TI DICE.
CHE NON E’ ALCUNCHE’.
MA IL TUO CUORE HA UNA LUCE.
E TU NON SAI COSE’.
MA GRAN GIOIA PRODUCE.
E RESTI A CHIEDERTI LUI DOVE’.
IL PENSIERO TI CONDUCE A QUELL’ISTANTE.
IN CUI LE TUE LABBRA LE SUE HANNO SFIORATO.
E LA VITA E’ DIVENUTA PIU’ ECCITANTE.
IL TUO CUORE ALL’IMPROVVISO HA SOBBALZATO.
PER UN BACIO DI PASSIONE DELIRANTE.
E IL SUO AMORE LA TUA MENTE HA DIVORATO.
Veramente brava, Ilaria, hai visto che con la volonta’ si ottengono buoni risultati? Qualsiasi significato abbia, in poesia questo modo di rimare i sonetti viene chiamato scavalcamento, che è il fenomeno metrico per cui la frase logica del discorso poetico, non coincide con il verso ma prosegue in quello successivo. Vediamo il sonetto di un carissimo amico mio e del DOC Stefano Agostino che scrive in romanesco:
GESU’ A LI DISCEPOLI ‘N PREGHIERA.
JE FECE ALLORA IN SEPARATA SEDE:
“LA GENTE VE DOMANDA MAI, VE CHIEDE.
CHI SO’ IO E CHE STO’ A FA’ QUI SU STA TERA?
VOJO SAPE’ SE CE STA CHI NUN CREDE.
O CREDE A ‘STA PAROLA MIA CHE E’ VERA”
ALLA RISPOSTA CHIESE A CHI C’ERA:
“E VOI CHE DITE? SO’ O NUN SO’L’EREDE?”
“TU SEI ER CRISTO, CH’E’ ER FIJO DE DIO”
RISPOSE TRASPARENTE COME ER VETRO,
SIMONE ER PESCATORE E GESU’ “IO…
…DICO CHE SEI LA PIETRA E SARAI PIETRO.
SU CHI FONNA LA CHIESA E ER MAZZO MIO.
DE CHIAVI DE LASSU’. MA VIEMME ADDIETRO.
Per chi volesse approfondirne la lettura, le poesie ed i sonetti in romanesco di Stefano Agostino li troverete direttamente su Internet su “Roma in rima”, come avrete notato pero’ questo sonetto e’ scritto in ABBA ABBA CDC DCD infatti nelle rime delle terzine, il primo verso fa rima con il terzo e si ripete nel secondo rigo dell’altra terzina, mentre il secondo verso della prima terzina diventa la rima del primo e terzo rigo in seconda terzina.
Ed ora cari, stupendi amici che mi sopportate ogni giorno, vi lascio con un sonetto scritto da me, naturalmente corretto dal DOC, e te pareva……
C’ERA ‘NA VORTA ‘NA MONETA D’ORO.
CH’ERA ACCOMPAGNATA A TALE SOR VALORE.
QUANNO PASSAVENO SE SENTIVA ‘N CORO.
A CHI LI POSSEDEVA DAVENO UN GRANDE ONORE.
AVECCE TANTE MONETE IN UN FORZIERE ERA ‘N TESORO.
MA UN GIORNO ALL’IMPROVISO LA MONETA MORE.
SOR VALORE S’ACCOMPAGNO’ A ‘NA BANCONOTA SENZA SONORO
CHE NUN AFFASCINAVA MA C’AVEVA ‘N GRAN COLORE.
‘A BANCONOTA CAMBIAVA SPESSO ER VESTITO.
E PASSAVA DA MANO IN MANO, SENZA PUDORE.
SOR VALORE SOFFRIVA, NUN MAGNAVA E SE FECE STRIMINZITO.
DA ALLORA SE ‘NVECCHIO’ E NUN SE SENTI’ PIU’ DEGNO.
PERCHE’ DA LA BANCA COME L’ANTRI FU ASSORBITO.
E JE PAREVA TRISTE ACCOMPAGNASSE’ A ‘N FREDDO ASSEGNO.
Spero di avervi allietati con questi scritti, aspetto che me ne spediate degli altri e nell’attesa vi invio un fortissimissimo abbraccio virtuale, aspettandovi domani pomeriggio con la rubrica PROFESSIONE NONNI. Mi auguro di non aver fatto troppo rumore, ma spero di no, il DOC ancora non chiama…..significa che non si e’ accorto di nulla. Cosi l’ho scampata anche questa volta……
C’ho er core ballerino,er core biricchino…….ma s e appassito per un amore piccolino,ma dentro al core mio sta:
Io gle dico nun te ne ana’ resta qua che io te voio scalda,
La mia stellina la vorrei con me ogni mattina, cosi’ il mio risveglio sara’ mejo,e il mio core biricchino!!!”se carma e fa l’inchino………
Ma e’ dolcissima Giovanna grazie, riferita ad una bimba naturalmente……una bimba che devi amare molto, che sia tua figlia o una nipotina, complimenti, e’ uno scritto intriso d’amore, lo passo subito al doc o maestro….baci