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La Rubrica Botta e Risposta del Dott.Brozzi e Laura Cugini.

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lunedì, Novembre 25, 2024

Buon pomeriggio deliziosi lettori di www.informazionequotidiana.it il quotidiano apolitico che porta le notizie in tempi reali, nelle vostre case e che vi offre ancora una volta questa simpatica rubrica.

Come vi avevo spiegato cari lettori, abbiamo avuto molte richieste di “nuovi poeti” che desiderano essere pubblicati con i loro scritti, così insieme al Dott. Brozzi abbiamo pensato di dividere la rubrica ed eccoci a voi.

Inizierei subito con uno scritto del nostro amico virtuale Pietro Zurlo che ha descritto poeticamente il suo pranzetto domenicale, lo sappiamo bene, perchè quando io ho messo le foto dei miei cavatelli, ho sentito Pietro che mi parlava delle sue….braciole e allora andiamo a leggere:

ME SENTO NO SCATOZZO!

***di Pietro ZURLO***

Aieressera arravugliaje ’e brasciole…

e stammatina l’aggio miss’a vòllere;

marònna…e comme passa ’o tiempo, vòla…

cu st’ora nòva songo ’no scatozzo*

Guard’o rilorgio: songo ’e ddiece o l’ùnnece?

E’ meglio che l’aggiusto a tutte quante;

st’ora mancante ’e suonno se fa’ ssentere…

mo’ nce vo’ tiempo pe’ mm’abbituà!

Sarrà pe’ chesto ca stongo ’nfadùso*

nun tengo voglia ’e niente e niente faccio;

pure si già m’aggio lavato ’a faccia,

st’uòcchie so’ stanche e nun se vònno aprì.

Vaco int’o bagno e vutto l’acqua fresca…

’ncopp’a chist’uòcchie viecchie ca tengh’ì!!!

– – – – – – – – – – –

Per gli amanti della lingua napoletana, ho voluto inserire due parole in disuso e poco conosciute, che si parlavano tanto tempo fa.

-Scatozzo=vecchio che non si regge più in piedi;

-‘Nfadùso=fastidioso

che dire….semplicemente superlativa, Pietro con il suo dialetto trasmette delle sensazioni vere e sincere. bella poesia, bravo il nostro amico, stiamo pensando con il dott. Brozzi di andare un giorno con le nostre famiglie a Salerno, vorremmo conoscere personalmente questo poeta dal quale abbiamo ancora molto da imparare.

Passiamo ora ad una lirica di Aldo Messina, un altro bravo poeta che….non si ritiene tale:

// un po’ di RELAX //

Poesia

di Aldo MESSINA.

Io non sono un poeta

e neppure un scrittore

scrivo solo qualcosa

per far felice il cuore

e nel contempo cerco

di il tempo ammazzare

per ciò mi alzo al mattino

e comincio a guardare…

Oggi ho visto il sole

dopo la pioggia di ieri

e ho sentito arrivare

le rondini a volare.

ho visto poi spuntare

il mandorlo in fiore,

dal monte rosso oro,

e ho sentito il suo odore

e dal monte al mare

un bel fresco vento

ha fatto risvegliare

il mondo in un momento.

Ed io con amici

mi sono ritrovato

al Bar dei quattro venti

a prendere il primo gelato.

E poi abbiamo parlato

un po’ del più e del meno

e abbiam visto il mercato

che ha perso corsa e treno

Preciso come un orologio, Ivan, il nostro ormai affezionatissimo poeta, ci ha spedito il suo pensiero sulla mail:

“Senti questo silenzio? E’ la Notte…il momento propizio per far parlare i pensieri che il Cuore emette. Sono quì da solo ad ascoltarmi, raccolgo le idee di una giornata intera, scrivo questa Poesia per esprimermi, sperando che prima o poi Lei leggerà. Pochi altri come me saranno svegli, parleranno sottovoce anche loro, alla mia mano che scrive non riesco a metter guinzagli, prima dell’alba vorrei comporre un capolavoro, le mie parole posso regalargli, io vendo emozioni e ogni giorno miglioro……”

Ivan Vita

Grande Ivan, un pensiero veramente bello. Giusto per non smentirsi, anche un altro poeta fisso nella nostra rubrica ci ha riservato delle rime, ma il nostro amico può permetterselo, non è vero Stefano?

‘Na scena a cena

***

Io: Vòi ‘na gricia? – Lei: No, nun me sghicia –

’Na carbonara? – No, la linea sgara –

’Na Cacio e Pepe fórze? – Er pepe bara –

L’amatriciana? – No, come la gricia –

***

Du’ spaghi ajo e ojo o ‘na chitara? –

No, grazzie – Zitta, zitta, micia micia,

‘na puttanesca? – No che me svernicia

cor sugo e dopo assai la pago cara –

***

Co du’ alicette e in più un fiore de zucca? –

No, nun me piace – e io, pe l’imbarazzo,

nun vojo inziste più, ché un po’ me stucca.

***

La guardo e fra me e me io penzo, a razzo,

co questa nun se magna, se spilucca…

(ma sai che c’è?) – Er conto, grazzie – (… cazzo!!!)

***

Stefano Agostino

Ancora uno scritto su noi donne da Sabato D’Amato il quale oggi ha deciso di allietarci con delle particolarissime note, grazie a nome di tutte le donne:

SEI BELLISSIMA

Il sole si vergogna al tuo passare

E si nasconde con la luce e il raggio

Dietro una montagna o dentro il mare

E di apparire non ha più coraggio

Il tuo sguardo è come una carezza

Sei luminosa e sei sì palpitante

E rappresenti anche la purezza

Chiunque anela d’essere tuo amante

Madre natura è stata generosa

Ti ha regalato tanta leggiadria

Puoi essere di tutti solo sposa

Ed eccitare i sensi e fantasia

Nei tuoi movimenti c’è il sensuale

Le tue gambe sono assai perfette

E sempre tu proponi bene e male

Un gran capolavoro son le tette

A te si inchina anche il più bel fiore

Da sempre solo unico e assoluto

La tua bellezza annulla il suo colore

Il primo premio ti è riconosciuto

Non c’è alcun raffronto o paragone

Primeggi in tutto con la tuo malia

Competere con te è …illusione

Sei una fata piena di …magia

Solo a guardarti sei una meraviglia

Fai sentire bene anche un malato

Della sensualità tu sei la figlia

E col pensiero ognuno fa peccato

BELLISSIMA qual sei e così nata

Lasci la scia come nave a mare

Come una madonna tu sei amata

vivi….ci sorridi …e fai sognare

SABATO D’AMATO

Veramente bella, ma non può certo mancare la poesia del nostro caro dott. Brozzi, quella che ha scritto per sua moglie Federica:

Al mio amore

M’arinfacci che te nu scrivo gnente

Mentre perdo tempo appresso all’antri

Confonnenno come tanti peccatori e Santi

Ma pe te ce vole ’er core n’abbasta ’a mente

L’amore, ridotto priggioniero da tutti quanti

Drento de sé -intendo Amò intimamente-

Appartiene a Dio no a noi, misera gente

Perciò arancamo tutti soli su pe ‘sti tornanti

Si tesò, fà l’amore è come annà’n bicicletta

Andò l’allenamento aumenta’a ogni pedalata

E quann’arivi ar nostro sei’ in sù la vetta

Scusa p’avella’gni tanto appoggiata a’n sito

Prima da ripjà a spigne, amà è na faticata

Ma io vinsi er giorno che te diventai marito!

Mario Brozzi

Con questo concludo amici lettori e torno al mio giusto lavoro. Come al solito mi toccherà stirare, non capisco perché gli uomini hanno la domenica per riposare, mentre alle donne non tocca mai….ma questo è lo spunto per un’altra poesia. Un abbraccio virtuale a tutti e grazie per aver…passeggiato tra le rime con me e il Dott. Brozzi.

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