A 29 anni dal cessate il fuoco raggiunto con l’accordo di pace del 1991 tra Marocco e Fronte Polisario, la tregua armata nel Sahara Occidentale è rotta. Alle prime luci dell’alba le forze armate marocchine hanno forzato il blocco nella zona cuscinetto del Guerguarat, nel Sahara occidentale al confine con la Mauritania, scatenando la reazione dei militanti saharawi che avevano formato un cordone di mezzi e persone per bloccare il flusso di merci come forma di protesta contro la violazione degli accordi sui territori contesi.
Gli attivisti, che rappresentano le istanze autonomiste della Repubblica araba democratica saharawi, manifestavano per denunciare l’occupazione militare della propria terra da parte del Regno di Mohamed VI, la violazione dei diritti umani e lo sfruttamento delle proprie risorse economiche.
Da tre settimane impedivano il passaggio attraverso il percorso nel deserto che collega il Marocco alla Mauritania, strada fondamentale per il traffico dei mezzi che transitano verso i Paesi della regione.
Per sbloccare la situazione, che ha coinvolto almeno 200 autotrasportatori fermi al confine mauritano, Rabat ha deciso di ripristinare la libera circolazione civile e commerciale con la forza. A nulla è valsa la presenza dei caschi blu della Missione di pace delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale, dispiegata nel 1991 al raggiungimento dell’intesa tra le parti. La tensione nei territori desertici è inevitabilmente trascesa in uno scontro armato.