Il neo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano afferma di voler cominciare il suo incarico pensando alle parole di Antonio Gramsci quando si scaglia contro quelli che definisce “i pappagalli che credono di possedere la verità.
E io, come Gramsci – dichiara, intervistato dal Messaggero -, vedo in giro molti pappagalli”. Il riferimento è a quelli che chiama i “sacerdoti del politicamente corretto e del mainstream”, che intende combattere “promuovendo una cultura inclusiva, che tenga conto di tutte le pluralità della nostra identità”. Per questo il ministro intende cominciare la sua attività “con due grandi mostre”: una sul “futurismo. L’altra sul Rinascimento”. “Due momenti storici”, dice, che “hanno proiettato l’Italia nel mondo”. “Io – promette Sangiuliano – mi impegnerò per la promozione della cultura più larga e più libera possibile”. Riguardo all’approccio con le soprintendenze, il neo ministro sostiene che “bisogna uscire da una mentalità solo conservativa dei beni culturali. E occorre creare con coraggio un nuovo immaginario italiano”. Ciò a cui allude è raccontare la cultura “anche con gli strumenti della modernità: cinema, serie televisive, social”. Tra i problemi da risolvere, quello dell’accessibilità. Il patrimonio storico-artistico e culturale, rileva il ministro, “molte volte è scarsamente fruibile”. “C’è da fare un grande lavoro di infrastrutturazione della cultura”.
Si dice pronto a collaborare con “Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra, ma anche Pietrangelo Buttafuoco e lo storico ed ex assessore regionale dem Gianni Oliva”. Il suo “grande sogno” è però quello di “collaborare con Claudio Magris”. Nel suo incarico, Sangiuliano dice di volersi ispirare a “Giovanni Spadolini, che oltretutto arrivò al ministero dal giornalismo”.
(ANSA).
domenica, Novembre 24, 2024