Dal sito della Uil Fpl di Roma e Lazio (*)
Si è ormai raggiunto il punto di non ritorno. Sono tanti, troppi i problemi non risolti che queste Organizzazioni Sindacali denunciano da tempo e ai quali non si danno risposte.
Di seguito, solo per ragioni di sintesi e per importanza delle questioni se ne rappresentano alcuni:
- Le 7.500 unità di personale cessato dal servizio in questi anni rappresentano il vero dramma della sanità pubblica che fa fronte ad oggettive carenze di organico con una selvaggia precarizzazione che consiste in una costante esternalizzazione dei servizi che, ancorché indispensabili per garantire l’assistenza ai cittadini, sono addirittura minacciati dal ricorso ad ulteriori e peggiorative misure di precarietà, come il lavoro interinale. A tutto questo si aggiunge il numero di oltre 3.000 dipendenti a tempo determinato in attesa di una stabilizzazione che ormai da un decennio attendono.
- La grave crisi del settore della Sanità privata, classificata ed accreditata in un sistema di regole che non c’è, vede i lavoratori subire in modo arbitrario, spesso brutale, i maggiori disagi sia dal punto di vista occupazionale (licenziamenti, casse integrazioni e mancati pagamenti di stipendi), che dal punto di vista del dumping contrattuale, che consente agli imprenditori di questo settore di aumentare i propri guadagni disdettando i contratti e sostituendoli con altri che tagliano i salari (fino al 30-40%) e diminuiscono i diritti.
- L’ultima questione in ordine temporale riguarda il Decreto adottato il 26 maggio u.s. dal Commissario, Nicola Zingaretti, e dal Sub Commissario ad acta, Renato Botti, che in modo unilaterale, senza il confronto con le parti sociali, approva un bando di mobilità interregionale, che impedisce ai Dirigenti delle professioni infermieristiche della Sanità laziale di vedere riconosciuta la propria professionalità e di concorrere, attraverso l’attivazione di un pubblico concorso, alla possibilità di inquadramento nelle 19 posizioni dirigenziali previste per il ruolo infermieristico che almeno parzialmente, dovrebbe consentire l’applicazione della L. 251, datata 2000, che nella nostra Regione non ha visto l’applicazione.
E’ per queste motivazioni e per l’assoluta mancanza di relazioni sindacali che le scriventi OO.SS. adotteranno tutte le iniziative necessarie, anche di mobilitazione generale, affinché la Regione Lazio inizi a mettere in pratica le tante promesse fatte ai cittadini ed ai lavoratori che non sono state finora confermate nei fatti!!!
Sono migliaia i lavoratori in difficoltà, senza risposte adeguate. Solo a titolo esemplificativo si ricordano i 150 lavoratori di Villa Betania (presidio ospedaliero della ASL RM/E) a cui non è assicurata la continuità del rapporto di lavoro; i 1.300 lavoratori del Fatebenefratelli, che sono in attesa di conoscere gli esiti della istanza prefallimentare; i 700 lavoratori della Cooperativa del Policlinico Umberto I, che rischiano il licenziamento se non prorogata la gara al 31 luglio p.v.; i 262 lavoratori che sono stati messi in mobilità dal Gruppo San Raffaele; i lavoratori della Sanità pubblica coinvolti nella riorganizzazione annunciata, prevista dai programmi operativi 2013-2015, di cui non si conosce nei termini, la reale applicazione.
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