Cgil Cisl Uil: “Famiglie senza certezze e Ssr più debole, impensabile in tempo di Covid. Regione intervenga per tutelare posti di lavoro e servizi”
Oltre duecento lavoratori dei ervizi amministrativi della Asl Roma 1 vivono nell’incertezza il cambio di gestione. Sindacati sulle barricate per difendere i posti di lavoro e garantire un sistema sanitario che, in tempo di Covid, non deve essere in alcun modo indebolito.
“Una pessima gestione dei servizi esternalizzati, ma soprattutto un pasticcio che mette a repentaglio il futuro di tante famiglie”, dichiarano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – in una nota. “Il passaggio dalla gestione Gpi all’agenzia di somministrazione che ha vinto la gara potrebbe finire per trasformare molti di questi lavoratori da stabili a precari, cioè da lavoratori a tempo indeterminato a lavoratori somministrati. Ma non solo, dato che nel cambio non è prevista alcuna certezza di reimpiego per il personale attualmente in servizio, c’è addirittura il rischio concreto che restino a casa”.
“E’ semplicemente impensabile che un’azienda sanitaria, proprio quando come tutto il sistema si trova nel momento del massimo sforzo, possa rinunciare a personale già formato e qualificato, con anni di esperienza alle spalle. Il tutto nel silenzio più completo di Asl e Regione”, sottolineano i segretari di categoria. “Abbiamo sollecitato più e più volte l’azienda e l’amministrazione regionale a convocare un incontro per trovare le giuste soluzioni e tutelare i lavoratori e la qualità dei servizi: risposte zero”.
“Pretendiamo che la Regione Lazio esca dall’inerzia e prenda in mano la situazione”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Serve un intervento immediato per difendere i posti di lavoro e assicurare continuità occupazionale. Soprattutto in questo momento di grande difficoltà, nessuno deve essere lasciato solo. Nè i lavoratori, né le migliaia di utenti che ogni giorno si rivolgono ai front-office e ai servizi amministrativi delle aziende sanitarie. Noi non ci stiamo e siamo pronti a tutte le iniziative di lotta necessarie per dare valore e certezze al lavoro di queste persone”.