SANITÀ – STORACE: “SCONCERTANTE SILENZIO DELLA REGIONE LAZIO SULLA VERGOGNA DI CIVITAVECCHIA. DOMANI INTERROGAZIONE DE LA DESTRA SULLE PROTEZIONI ALLA ASL”
“E’ sconcertante che dalla regione Lazio non sia ancora uscita una sola riga per spiegare alla pubblica opinione che cosa e’ accaduto nella Rsa Bellosguardo di Civitavecchia.
Venerdì la struttura e’ stata sigillata dai carabinieri, i gestori – sempre i soliti Capurso e Varrone – agli arresti: e dalla giunta nemmeno una parola?
Probabilmente ha ragione chi sostiene che una famiglia così potente ha potuto agire senza controlli seri perché contava su molte e troppe protezioni nella Asl del territorio e in regione. Vengano alla luce tutte le carte che lo testimoniano.
Ma questa triste storia non riguarda solo la struttura di Civitavecchia. Anche a Santa Severa si sono accorti delle loro gesta e ci battemmo invano anche nella scorsa legislatura per pretendere rispetto nella struttura Rirei per disabili.
La regione Lazio deve invece scuotersi dallo choc e far sapere fin da ora che è pronta a sostenere le famiglie dei pazienti maltrattati e si annunci la costituzione di parte civile. E domani presenteremo un’interrogazione urgente al governatore Zingaretti alla luce di quanto emerso e che stamane pubblica il nostro Giornale d’Italia.
E’ francamente inaccettabile apprendere ancora una volta che nella sanità la dignità di chi soffre continua a cedere il passo alla spregiudicata volontà di fare soldi a tutti i costi, prendendo il sopravvento su qualunque cosa, su ogni elementare regola di buonsenso.
Un’inchiesta in cui non manca nulla: dalla frode fiscale alla truffa ai danni dello Stato, dal sequestro di persona ai maltrattamenti, fino all’esercizio abusivo di professioni e falso in atto pubblico.
A consentire agli inquirenti di scoperchiare una struttura ed un modus operandi illecito e sconcertante, la denuncia di un familiare di un degente della struttura, per presunti maltrattamenti e percosse seguite dal decesso sospetto di un altro ospite della Rsa. Immediatamente è stato dato il via ad appostamenti e osservazioni mediante i sistemi di videosorveglianza accertando così, in pochi mesi, un ridotto numero di personale infermieristico, a comprova quindi della inefficiente assistenza sanitaria riservata agli anziani, nonché l’assenza di personale medico specializzato per l’effettuazione di visite e la somministrazione di terapie, sostituito da personale generico, privo delle necessarie competenze, con seri rischi per la salute degli assistiti. Ma non solo. Con la complicità di alcuni funzionari pubblici, infatti, i vertici della Rsa venivano a conoscenza delle ispezioni e dei controlli di ufficiali sanitari della Asl e del comando dei Carabinieri Tutela della Salute abbondantemente in anticipo, così da garantirsi, per le occasioni, il pieno organico del personale infermieristico e medico.
Un sistema, quello di Bellosguardo, che secondo gli inquirenti prevedeva un risparmio assoluto in termini di personale, di terapie effettuate e di alimenti somministrate ai pazienti a fronte di un maggiore profitto dalla retta lorda mensile di 3.600 euro erogata dalla Regione per la cura del malato. Quanto raccontato da numerosi parenti dei degenti agli uomini della Procura di Civitavecchia, è disarmante: emergono frequenti casi di maltrattamento, anziani lasciati per ore legati a letto o sulla sedia a rotelle e privati di qualunque necessaria attenzione. Un trattamento “di forza”, questo, riservato non solo a coloro che, per malattia o deficit manifestavano intenti autolesionistici, ma anche ai degenti che erano meno disposti ad accettare la scarse cure ed assistenza, a titolo di punizione delle loro lamentele, con intimazione a non riferire ai loro parenti e familiari. In più occasioni, con l’aggravarsi delle condizioni di salute alcuni pazienti sono stati trasferiti all’ospedale di Civitavecchia, dove poi, alcuni di essi sono deceduti.
Illecito è apparso agli inquirenti anche l’iter autorizzativo relativo all’incremento della ricettività della Rsa mediante la realizzazione di una nuova struttura. I magistrati, infatti, hanno rilevato come dalla Asl RmF si rivelassero ai vertici di Bellosguardo atti e documenti a loro sfavorevoli, coperti dal segreto d’ufficio”.
Lo dichiara in una nota il Vice Presidente del consiglio regionale e capogruppo de La Destra, Francesco Storace.