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Sci Alpino, Fede e la perfezione: Brignone al secondo mondiale.

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mercoledì, Febbraio 19, 2025

Nonostante Salvador Dalì abbia sempre avvertito “non aver paura della perfezione non la raggiungerei mai” se avesse avuto modo di vedere il mondiale in slalom gigante di Federica Brignone avrebbe anche potuto ricredersi. Oggi la Tigre è stata perfettamente perfetta come direbbero i Simple Plan, per noi, per lei, per tutto il mondo dello sport; ha portato allo sport italiano uno di quei mondiali che scrivono la storia. A 34 anni vince il suo secondo titolo, è oro per la seconda edizione consecutiva, ma il successo in gigante ha tutto un altro sapore rispetto a quello della combinata del 2023 a Courchevel Meribel. D’altronde qualche segnale lo avevamo avuto, lo scorso anno alle finali stagionali che hanno avuto i caratteri di prove generali sempre qua a Saalbach sulla Ulli Maier. Al traguardo è finalmente esplosa la gioia sua e di mamma Ninna Quario ex slalomista (curiosamente la disciplina che le si addice di meno a Fede). Finalmente l’oro più atteso, la più grande vittoria della carriera che ha anche un sapore di rivincita dopo le beffe per pochi centesimi che l’hanno perseguitata nel corso della carriera: ricordiamo quella sempre in Francia in cui a separare lei e Mikaela Shiffrin erano solo 12 centesimi, ancora meno l’altro giorno, dieci in supergigante da Venier e il rammarico più grande risale addirittura la 2011 a Garmisch quando tra lei e l’oro c’erano i 9 centesimi di vantaggio di Tina Maze. Diventata la sciatrice meno giovane a vincer un oro mondiale, è l’anno in cui ha finalmente trovato una sua dimensione nelle discipline veloci, e ha sfatato i tabù legati a Semmering e Cortina dove non era mai neanche arrivata sul podio e invece in questo 2024/25 ha trionfato.

Perfezione totale, dominio completo

Miglior tempo nella prima e nella seconda manche, come non definirlo un dominio. Eppure la tranquillità che potrebbe dare una gara dominata noi tifosi, ma forse la stessa Federica non l’ha mai sentita veramente sua. Segnali inquietanti la Ulli Maier li aveva inviati fin dalla prima manche con l’ecatombe di italiane crollate e inciampate sulle insidie nascoste del tracciato, fuori Bassino, fuori Goggia e Della Mea esclusa dalla top 30. Dissastro per tutte, ma non per la Tigre che ottiene il bottino pieno e massimo. Ancora più ansiogena la seconda manche, uscite subito, nelle pirmissime porte le prime due atlete. E poi una gara che si andava complicando per tutte anche a causa delle condisznoini in mutamento dovute alle temperature e di alcune porte inziali complicatissime. Non è finita perché Alice Robinson con una discesa da campionessa, una manche anch’essa perfetta era riuscita a stabilire il milgior tempo con la pista rovinata e ad alzare notevolmente l’asticella. Bisognava superare la perfezione per vicnere e Federica ci è riuscita, il tricolore e l’inno di Mameli risuonano 28 anni dopo il mondiale in slalom gigante vinto da Deborah Compagnoni. Il milgior tempo di manche, anzi il milgior tempo in entrambe le manche è un sintomo dello strapotere della tigre riuscita a superarsi ancor una volta scavando 90 centeismi in totale tra se e la neozelandese che ha portato per la prima volta il suo paese ad una medaglia mondiale nello sci alpino. “Questa medaglia, è la più bella che sognavo da tutt’al carriera” Oltre l’argento di Pechino 2022 , oltre la coppa del mondo generale, la carriera di Fede è ora veramente completa, peccato per quei 28 centesimi dalla svedese che a posteriori avrebbero potuto consegnarle la tripla corona dello slalom gigante avendo già vinto anche la coppa del mondo di specialità. Ci riproverà un’ultima volta a Milano Cortina 2026, dove servirà la stessa grinta, lo stesso entusiasmo e lo stesso atteggiamento visto oggi a Saalbach quando ha iniziato ad autoincitarsi nel momento critico in cui (parole sue non dello spettatore) aveva iniziato ad addormentarsi. Essere l’atleta meno giovane a vincere un mondiale porta inevitabilmente esperienza , quel che serve per collezionare cinque medaglie iridate e tre olimpiche, che carriera Fede!

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