<Senza Fiere non si può ripartire> Articolo su QN IL GIORNO del 1 maggio 2021 di Achille Colombo Clerici
L’export è uno dei punti forti dell’economia italiana. Durante la crisi finanziario-economica del 2008 ha consentito di mantenere a galla il Paese e nel 2019 ha generato 53 miliardi di euro di saldo positivo della bilancia commerciale, in crescita del 35% rispetto all’anno precedente.
Uno dei motori dell’export è costituito dal settore fieristico colpito in maniera durissima dalla pandemia. Se nel mondo il fatturato si è ridotto del 72% nel 2020, lo stesso è avvenuto in Italia dove il comparto fieristico ha subito un completo blocco (ad eccezione della brevissima ripresa di settembre-ottobre) che perdura tuttora con oltre 180 eventi annullati ed una perdita di oltre 2 miliardi di euro.
Secondo una analisi di ISPI ciò rappresenta solo la sommità dell’iceberg. Infatti bisogna aggiungere l’indotto economico (alberghi, ristorazione e servizi accessori) con una perdita complessiva di 18 miliardi di euro. Ma ancora più grave è il danno subito dalle nostre esportazioni il cui mercato all’estero dipende per il 50%, secondo attendibili valutazioni, proprio dal canale fieristico.
In Italia, come in altri Paesi, si sono adottate misure di supporto al settore, giudicate però insufficienti. Viene in soccorso la tecnologia. L’impossibilità di svolgere eventi fisici ha infatti spinto diversi operatori a optare per uno svolgimento virtuale degli eventi programmati. Un esempio di fiera interamente virtuale di successo è quello della 127esima China Import and Export Fair di giugno 2020, organizzata a Guangzhou: per dieci giorni l’evento ha coinvolto oltre 26.000 espositori. Anche il governo italiano ha deciso di fare ricorso a questa modalità: l’anno scorso ICE ha infatti lanciato il servizio Fiere Smart 365 che mette a disposizione delle imprese una piattaforma virtuale per svolgere incontri.
Naturalmente tale modalità ha dei limiti: per citare, il comparto enogastronomico, un’importante componente del panorama fieristico italiano, non può passare, proprio per le caratteristiche dei suoi prodotti, a un modello virtuale.
Un segnale fondamentale della ripresa del settore verrà offerto dal Salone del Mobile che si terrà dal 5 al 10 settembre nonostante la defezione di alcuni sponsor (il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha assicurato la propria presenza); evento considerato da tutti come la ripartenza – non solo simbolica – di Milano e del Paese.