Scatterà dal 1° settembre il dimezzamento alle prerogative sindacali stabilito dal dl Madia.
Mille i lavoratori interessati che saranno impiegati nuovamente nelle scuole (681 distacchi, in 340 torneranno quindi nelle aule con un risparmio di circa 10 milioni di euro), negli ospedali ed in altri uffici pubblici.
Entro il 31 agosto tutte le sigle dovranno comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi «non più spettanti».
Il taglio del 50%, finalizzato «alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa pubblica», interesserà anche i permessi retribuiti. Ma non i permessi sindacali attribuiti alle Rsu (questo perché non sono attribuiti alle singole organizzazioni sindacali).
E la riduzione prevista dal dl Madia non si applicherà anche «alle aspettative sindacali non retribuite, ai permessi non retribuiti e ai permessi per la partecipazione a riunioni sindacali su convocazione dell’amministrazione per il solo personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia (ciò in quanto per essi non è previsto alcun contingente).
Lunedi 25 Agosto la circolare che attua la sforbiciata del 50% alle prerogative sindacali nelle pubbliche amministrazioni prevista dall’articolo 7 del dl 90.
Si può tuttavia far domanda per essere trasferiti in altra sede della propria amministrazione quando si dimostri di aver svolto attività sindacale e di aver tenuto il domicilio nell’ultimo anno nella sede di richiesta ovvero in altra amministrazione anche di diverso comparto della stessa sede. Una sorta di mobilità, anche interdipartimentale, che va comunque applicata, spiega la Funzione pubblica, «nel rispetto dei principi ai quali si ispira questa disciplina con particolare riferimento ai requisiti e alle competenze professionali richiesti per il trasferimento».
La circolare specifica come nel caso in cui i sindacati abbiano comunque utilizzato prerogative sindacali in misura superiore a quelle spettanti nell’anno dovranno restituire il corrispettivo economico delle ore fruite e non spettanti.