“Sfilano” i dolci di Carnevale.

Incombe l’ultima settimana di festa ed entro il prossimo martedì in tutta la penisola si alterneranno festeggiamenti , travestimenti in maschera e l’assaggio di dolci e frittelle preziose . Frappe e castagnole fanno da padrone, ma non mancano alcune particolarità su cui è doveroso prestare attenzione. Il Sud si segnala con i magnifici Struffoli, la Pignolata siciliana e il Migliaccio, molto caro nella zona di Napoli. A Venezia, dove da sempre il carnevale assume tinte da fiaba, i dolci tipici vedono quasi sempre la presenza di uvetta e pasta fritta. Importante sono la crema fritta, le castagnole e i galani ( chiacchiere rettangolari con impasto di farina, burro, zucchero, uova e un po’ di alcol). Ma la Serenissima è famosa anche per la fritola, una frittella con impasto fritto di uova, farina, limone e uvetta guarnita di zucchero. Di questo dolce ne esistono diverse versioni ed è possibile trovarlo con o senza uvetta e allo zabaione, al cioccolato, al pistacchio e alla crema pasticciera. Altra specialità veneta, più precisamente di Treviso, è la frittella ripiena con la crema Tiramisù preparata da Massimo Albanese. Roma invece sfoggia per le feste i mitici   bignè di San Giuseppe e i ravioli dolci, sempre fritti e ripieni di ricotta. Non possiamo dimenticare inoltre le “bale d’ors”, letteralmente le “palle dell’orso” di Biella. Si tratta di un dolce dalla forma tondeggiante e dalla consistenza morbida e soffice, simile a una focaccina, con una crosticina leggera e fragrante. Da ricordare anche le zeppole sarde, che sono delle frittelle di pasta lievitata aromatizzata da scorza d’arance, zafferano (talvolta) e filu ‘e ferru (o anice). E’ un piatto da servire rigorosamente caldo, solitamente cosparso di zucchero un attimo prima di essere servito. L’elenco delle prelibatezza dolciarie del nostro carnevale è infinito, così come le nostre maschere e i tanti colori che gli italiani usano per abbellire la vita.