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Simone Biles, la strada olimpica del rientro.

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Ritrovare il proprio livello agonistico, per un atleta professionista non è mai semplice. Eppure l’occhio esterno lo dà quasi per scontato, ma si tratta di un osservatore distratto, proprio quello che ogni quattro anni accende la televisione e riscopre gli altri sport. La ginnastica sicuramente rientra tra questi e chi ha seguito le Olimpiadi di Rio de Janeiro e in parte anche di Tokyo, il prossimo anno si aspetterà una Simone Biles padrona della scena di Parigi 2024. Nello sport, in ogni sport, non bisogna mai dimenticare che non esiste le banalità dei gesti e dei percorsi, e la campionessa americana porta con sé una storia da ricordare in vista delle prossime Olimpiadi.

Simone Biles

La storia di Simone Biles

Nasce in Ohio nel 1997, passa i primi anni di vita in un orfanotrofio prima di essere adottata dai nonni che la trasferiscono vicino a Houston, nel 2003. Presto inizia a farsi strada nel mondo della ginnastica e nel 2016 non ha nessuna rivale; Simone diventa invincibile mettendosi al collo quattro medaglie d’oro e un’unica “delusione”, il bronzo alla trave. La sua carriera testimonia quanto sia pesante la corona elargita al miglior atleta al mondo. Dopo Rio divenne per la ginnastica quel che è era in quel periodo Hamilton per la Formula 1: un’incontrastata vincente. Questo ruolo tuttavia ha finito per metterla ancora più in difficoltà e già dai Trials americani di qualificazione a Tokyo 2020 sono emersi i primi problemi. Scoppia a piangere dopo un banale errore alla trave che non avrebbe in alcun modo compromesso la sua qualificazione ai giochi giapponesi. Il rapporto che si era stabilito con il podio olimpico nel 2016 si rinnova parzialmente, ottiene l’argento nella gara a squadre, ma poi la campionessa si blocca e si susseguono gli annunci dei ritiri: volteggio, parallele, corpo libero, la sua Olimpiade inizia ad essere compromessa e attraverso un video social spiega la sua debolezza. Un blocco mentale, un problema tipico dei ginnasti, le impedisce di eseguire gli avvitamenti fondamentali per le medaglie; perdere l’orientamento in aria rappresenta il più grande pericolo di questo sport. Vincerà un bronzo nella finale della Trave, ma al termine dell’Olimpiade decide di interrompere, momentaneamente la carriera agonistica.

Simone Biles

Il rientro di Biles

Le notizie sul suo rientro stentato ad arrivare, si accavallano le ipotesi, ma la sensazione che quel blocco avesse interrotto la carriera di una delle più grandi ginnaste di sempre è sempre più concreta. Invece il richiamo olimpico inizia a farsi sentire, e nel giugno 2023 Simone ricomincia gli allenamenti. Due anni per resettare il problema che la fermò a Tokyo e dopo due anni la campionessa che è in lei ha ripreso a sbalordire con un rientro senza precedenti. Agli US Classic le avversarie possono competere solo per il secondo posto, Simone Biles ha vinto nel concorso generale con il punteggio massimo nel volteggio, nel corpo libero e nella trave: il blocco mentale è scomparso. “Faccio ancora terapia settimanale, ma finalmente ho ritrovato la stessa fiducia che avvertivo prima”. Adesso la ginnastica artistica potrà riabbracciare la più grande campionessa di tutti i tempi che a Parigi 2024, la sua terza Olimpiade, potrà diventare irraggiungibile per le atlete del passato, del presente, ma con ogni probabilità anche del futuro.

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