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Sinner e Alcaraz: eroi per un giorno, la rivincita di Djokovic.

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“Possiamo essere eroi, solo per un giorno”; anche se noi ci auguriamo che Jannik Sinner non prenda completamente alla lettera le parole di David Bowie e che possa dar vita ad un dominio, magari con il suo dichiarato rivale Alcaraz, il torneo di Cincinnati ha dato un’indicazione diversa. Jannik e Carlitos, per un motivo o per un altro giungevano in Ohio con il mantello dell’eroe, l’altoatesino lo ha perso subito mentre il Murciano ha regalato un nuovo spettacolo che alla fine sembra aver riportato tutto alla normalità. Wimbledon, Toronto e Cincinnati, tre indicazioni diverse sul tennis del futuro, ma chissà perché al termine di questi tornei siamo sempre felici e appagati per aver visto uno show indimenticabile.

Jannik Sinner

Jannik Eroe di Toronto

Sinner eroe per un giorno, perché appena giunto a Cincinnati, fresco del titolo in Canada, è stato sconfitto da un Lajovic in stile Wawrinka. È vero che, come spesso accade, il tabellone dell’azzurro a Toronto è risultato agevole per gli standard dei Masters 1000: derby con Berrettini, poi vittoria per ritiro contro Murray, tre set con Monfils e tutto liscio contro Paul e De Minaur. Sono giocatori che la Volpe Rossa in questo momento storico ha tutte le carte in regola per sconfiggere anche nettamente, ma lo stesso discorso vale contro Lajovic. Il merito principale di Sinner nella settimana canadese è stato quello di aver sfruttato finalmente l’occasione concessagli dal tabellone. Non poteva essere altrimenti con l’assenza di Nole e le cadute di Alcaraz (con Paul), Medvedev (con De Minaur) e Rune (con Giron). Adesso Jannik non ha nulla da invidiare agli altri next gen, almeno al livello di palmares; certo Carlitos ha già trionfato negli Slam, ma la rivalità resta ferma a Miami quando vinse Sinner che mantiene ancora il dente avvelenato per quel match point nei quarti di New York lo scorso anno. Chissà, forse sarebbe bastato un punto diverso per cambiare il vincitore di quello US Open, adesso Fulshing Meadows attende la grande rivincita.

Carlos Alcaraz

Alcaraz-Djokovic Show a Cincinnati

Anche Alcaraz è stato eroe per un giorno: era lo scorso 16 luglio sul centrale di Wimbledon. Carlitos fa cadere il regnante degli ultimi quattro anni, vince i Championship e si candida come nuovo dominatore del circuito. Però per ogni volta che a Djokovic è stato diagnosticato l’inizio della fine della carriera, lui di buona risposta, ha smentito tutti chiarendo un concetto fondamentale: la saga del Djoker non è ancora finita. Quelle tra lo spagnolo e il serbo stanno diventando ogni volta delle sfide memorabili, a Cincinnati ha prevalso l’esperienza e la tenacia di un 36enne che non può darsi per vinto neanche dopo aver sprecato un match point per un doppio fallo (gli altri tre sono annullati da Carlitos con annessa pioggia di applausi). Eppure dopo aver perso il primo parziale, Nole sembrava rientrato nel tunnel dei fantasmi; la sconfitta nel giardino più famoso al mondo sembrava portare ripercussioni psico fisiche anche in campo. 7-5 il primo e vantaggio di 4-2 nel secondo, oltretutto Djoko colpito da alcuni capogiri è costretto a chiamare un medical time out. Il contro break è una reazione che non nega allo spagnolo un match point; la partita andrà avanti per un’altra ora e 40 minuti. Grinta e raziocinio riportano Djokovic al trionfo, il serbo ha ancora qualcosa da dire: obiettivo US Open, per lui come per Carlitos e Jannik, quest’anno lo scontro è aperto e se lo spettacolo della finale a Cincinnati è solo un trailer prepariamoci a vedere un film da Oscar. Il vincitore di New York sarà un nuovo eroe e rimarrà tale per più di un singolo giorno.

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