IQ. 17/02/2013 – La crisi siriana torna sul tavolo della diplomazia europea. Lunedì prossimo è in programma a Bruxelles il Consiglio Affari Esteri, che dovrà decidere la proroga o meno delle sanzioni contro il regime, che scadono il 28 febbraio. Tra le misure in discussione c’è anche l’embargo delle armi.
Sul fronte diplomatico l’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, nei giorni scorsi ha avuto dei colloqui con il capo della Coalizione delle opposizioni siriane Ahmed Moaz al-Khatib, incoraggiandolo a proseguire nei suoi sforzi per avviare un dialogo col regime. La condizione è la rimozione del presidente Bashar al-Assad, è stata la risposta di al-Khatib.
Settantamila vittime
Sul terreno la situazione è sempre più critica. Martedì l’Alto Commissario Onu ai diritti Umani Navi Pillay ha riferito al Consiglio di Sicurezza che i morti sono ormai a quota settantamila (novantamila secondo fonti saudite). Quindi, ha criticato l’inerzia della comunità internazionale, incapace di fermare il conflitto, che ha portato a “questo risultato disastroso”, ed ha chiesto di nuovo che la Siria sia deferita alla Corte Penale Internazionale. Ancora più allarmante è stato il segretario generale Ban Ki-moon, avvertendo che il paese “si sta autodistruggendo”. Intanto, ha riferito il Programma alimentare dell’Onu (Pam), circa 40 mila persone sono fuggite da una città nell’est della Siria, al Shaddadeh, dopo tre giorni di pesanti combattimenti. Secondo le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati aggiornate al 6 febbraio scorso, i profughi siriani nei Paesi confinanti (Libano, Giordania, Turchia e Iraq) erano 787mila, ma continuavano ad aumentare al ritmo di cinquemila al giorno.
A Roma prossima riunione gruppo ‘Amici della Siria’
L’Italia sostiene la necessità di accelerare la soluzione politica, con l’uscita di scena del presidente Assad, e l’esigenza di rafforzare, da un lato, il sostegno della comunità internazionale alla Coalizione delle opposizioni e dall’altro di consolidare e potenziare gli interventi di assistenza umanitaria. Roma, intanto, si prepara ad ospitare a breve la prossima riunione del gruppo ‘Amici della Siria’.
Mali: Lunedì a Bruxelles PM Traoré
I ministri degli Esteri europei affronteranno anche il dossier Mali, discutendo tra l’altro dei tempi del dispiegamento della missione di addestramento. Lunedì sarà a Bruxelles il primo ministro provvisorio del Mali, Dioncounda Traoré, per incontrare i responsabili delle istituzioni europee. Sarà la prima visita del governo maliano presso la Ue dopo l’intervento militare francese. L’incontro con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, ha riferito il portavoce, “marcherà la volontà comune di approfondire il dialogo politico tra l’Europa ed il Mali”. Bruxelles intanto ha sbloccato la prima tranche (20 milioni) del programma di aiuti da 250 milioni di euro.