di Riccardo Fanales
IQ. 25/10/2013 – Raffaele Pennacchio, 55 anni, del direttivo del Comitato 16 novembre onlus, è morto mercoledì sera a Roma dopo il presidio sotto il ministero dell’Economia, che era durato per due notti, ed il successivo incontro con il Governo.
Al rientro in albergo, Pennacchio era provato ma contento perché il Comitato era riuscito a strappare al governo l’impegno per l’aumento del fondo per la non autosufficienza e per l’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi.
«All’improvviso si è accasciato sulla sedia – racconta la moglie Michela – mio marito è morto per un problema cardiaco presumibilmente legato allo stress del sit- in davanti al Ministero dell’Economia, che aveva anche richiesto tanta preparazione prima».
Come dice Mariangela Lamanna,vicepresidente della onlus, «Raffaele si è battuto per accendere i riflettori sull’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi che hanno diritto a restare a casa con dignità e a cure amorevoli. Chi meglio di un familiare può assistere un congiunto malato grave?
Avevamo appena portato a casa un primo importante risultato come l’impegno per l’aumento del fondo per la non autosufficienza e per l’assistenza domiciliare, impegno che ci consentiva di poter finanziare il nostro progetto».
Raffaele Pennacchio proveniva da Macerata Campania, in provincia di Caserta. Medico della Asl in pensione, si era speso senza riserve e con enorme dispendio di energie per sostenere il progetto “Restare a casa” del Comitato 16 novembre onlus.
Aveva indetto nuovamente questa forma estrema di protesta dopo l’altro presidio sempre sotto il Ministero dell’Economia, del 12 giugno scorso. Anche in quell’occasione il governo si era impegnato a sbloccare in parte il fondo per la non autosufficienza ma alle parole non erano seguiti i fatti e il Comitato aveva annunciato un nuovo presidio, questa volta ad oltranza, sotto il ministero.
I manifestanti hanno comunque ottenuto un incontro con il viceministro del Welfare Maria Cecilia Guerra, il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta e il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, e una serie di promesse sul sostegno alla non autosufficienza. Il Governo si è impegnato a:
1. convocare in tempi rapidi un incontro con le Regioni e i Comuni per discutere le modalità per favorire, sia nella filiera sociale che in quella sanitaria, l’assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti nel rispetto della libertà di scelta;
2. sostenere che l’intesa con le Regioni per il riparto 2014 del fondo per le non autosufficienze confermi la destinazione, già prevista nel 2013, dell’intero ammontare delle risorse a favore della domiciliarietà e il vincolo minimo dell’utilizzo del 30% delle risorse a favore delle disabilità gravissime;
3. proseguire nei confronti tecnici già avviati coinvolgendo l’INPS, Regioni e Comuni, per il riconoscimento dell’invalidità al 100% e la conseguente applicazione della Legge Turco e discutere dell’aggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario;
4. accelerare attraverso adeguati provvedimenti normativi e amministrativi la distribuzione del Fondo non autosufficienza alle Regioni;
5. aumentare nell’iter di approvazione della legge di stabilità il fondo per la non autosufficienza.
«I fondi devono, precisa Biagio Padula, del Comitato 16 novembre, “andare direttamente ai disabili senza intermediazioni, serve l’aggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario. Mancano i soldi per l’assistenza e le cure. E non c’è più tempo per molti malati di Sla».
E’ stato fissato al 5 novembre un nuovo incontro con comuni e regioni, la mobilitazione continua.