Ormai lo smart working è parte integrante del lavoro e ha dato una spinta al concetto di lavoro agile o flessibile. In tanti sono convinti che lo smart working rappresenti il futuro e che sempre di più si lavorerà da casa.
Che siano soprattutto vantaggi è indubbio.. Senza lo stress del traffico, risparmio dei soldi della benzina o del costo dell’abbonamento, e più tempo a disposizione per la propria famiglia.
Tra i rischi dello smart working quello di essere sempre connessi. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che lavorando da casa si rimane connessi molto più tempo, anche fuori orario, per inviare email di lavoro o portare a termine un compito. È vero che il lavoro agile fa essere più produttivi e in un certo senso aiuta a gestire meglio il tempo libero ma ci sono anche dei contro, più volte ribaditi dai sociologi, ossia la mancanza di contatti reali con i colleghi, la cosiddetta pausa caffè davanti alla macchinetta. Per chi era solito lavorare in ufficio, la pausa caffè rappresentava quel momento per socializzare con i colleghi, parlare e alleviare lo stress da lavoro.
Il lavoro da remoto ha cambiato anche questo aspetto e ora sembra aver messo in secondo piano le relazioni interpersonali esaltando maggiormente quelle virtuali o di servizio. Davanti alla macchinetta del caffè si usava parlare del più o del meno, spesso dedicarsi a leggeri pettegolezzi che oggi hanno lasciato spazio a comunicazioni formali. Come riporta Andrea Castiello D’Antonio, psicologo del lavoro e consulente aziendale a Il Corriere: «Lo smart working ridefinisce le relazioni organizzative rendendole più essenziali. Da un lato c’è meno tempo perso perché agli appuntamenti virtuali su Zoom o Teams si presentano tutti puntuali; dall’altro vengono chiamate solo le persone “importanti” alle riunioni. C’è quindi un maggior rispetto del tempo, ma eliminando i gossip e i rumors aziendali vengono meno il calore e i riti delle relazioni. Tutte cose molto importanti anche ai fini lavorativi».